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sabato 21 gennaio 2012

GLI SCANDALOSI VITALIZI DEL LAZIO

Caro Monti, l'equità non si fa solo a parole
Perché il governo che chiede sacrifici a pensionati e dipendenti tollera gli sprechi della Casta?
di Paolo Madron - Lettera 43



Foto dell'Infedele di Gad Lerner - Mario Monti.
Anche chi non è avvezzo a frequentarla dovrebbe sapere che la politica si nutre di simboli. In questo, il professor Monti vanta un predecessore da cui potrebbe ricavare qualche utile insegnamento.
Va bene la sobrietà, va bene non concedere fronzoli e badare al sodo, però l'arte del governare non può ridursi a un mero esercizio contabile.
PIÙ ATTENZIONE ALL’IMMAGINE. Per questo il nuovo esecutivo dovrebbe curarsi un po' di più dell'immagine, non tanto assoldando un professionista della comunicazione - cosa che magari potrebbe anche risultargli utile - ma soprattutto con parole e atti che ne sostanzino l'azione.
Prendiamo per esempio l'equità, che è uno dei termini chiave su cui Monti sta puntando sin dal primo giorno del suo insediamento a palazzo Chigi.
Come tutti i nobili concetti, anche questo non può solo essere enunciato. Ci vogliono iniziative, a volte anche clamorose, che lo facciano atterrare dall'empireo delle buone intenzioni.
UNA CIRCOLARE SULLE SPESE. Di recente il premier ha mandato una circolare in cui invita gli enti pubblici ad uno scrupoloso controllo delle spese. La ragione addotta è ovvia: in un momento in cui si chiede al Paese di tirare drammaticamente la cinghia, il buon esempio deve venire dall'alto.
Più o meno in quel periodo i giornali hanno riportato con giusta evidenza i fatti che hanno avuto per protagonista la direttrice dell'Agenzia del territorio, il vecchio Catasto, Gabriella Alemanno. Casualmente, come lascia intuire il cognome, sorella del sindaco di Roma.
L’ABUSO DELLA CARTA DI CREDITO. Il rendiconto della sua carta di credito appoggiata al conto dell'istituto che dirige ne rivelava un uso non certo consono allo scopo. La signora vi caricava spese per acquisti di oggetti vari, regali, nonché le ricevute di pranzi in località turistiche che difficilmente possono passare come spese di rappresentanza. (E poi, per inciso, cosa mai deve rappresentare il Catasto?).
Se Monti, che è anche ministro dell'Economia quindi primo referente dell'Agenzia, fosse stato coerente con i suoi enunciati avrebbe dovuto sospendere la signora Alemanno, o quanto meno pretendere spiegazioni sull'utilizzo della carta di credito per un importo complessivo di oltre 1milione di euro.
GLI SCANDALOSI VITALIZI DEL LAZIO. Perché non lo ha fatto? Forse che dalla tanto predicata equità sono esenti i dirigenti della pubblica amministrazione? O forse c'è nota spese e nota spese, per cui quella di Augusto Minzolini alla Rai costituisce peculato e invece quella della Alemanno è un normale rimborso a piè di lista?
Altro esempio. Gli scandalosi vitalizi di 3 mila euro a partire dai 55 anni concessi da Renata Polverini a 14 assessori esterni e a tre consiglieri decaduti della Regione Lazio, una sfacciata operazione ad uso e consumo della Casta che con una mano tende a perpetuare i suoi privilegi e con l'altra aumenta le imposte a suon di addizionali.
Certo, tecnicamente il governo poco può contro una decisione presa dal governatore di una regione. Ma almeno Monti avrebbe potuto pubblicamente esternare la sua riprovazione.
QUESTO SILENZIO È SOSPETTO. Niente, anche in questo caso un silenzio che autorizza il sospetto si tratti di mera convenienza. In fondo il governo, ancorché tecnico e nato sotto l'autorevole avallo del presidente della Repubblica, non può inimicarsi la partitocrazia che in parlamento lo sostiene.
Così facendo però rischia di consumare presto quel consenso che, in nome della salvezza nazionale, gli italiani gli hanno concesso. E continuano a concedergli, benché flagellati da un'ondata di nuove tasse e balzelli di cui non si aveva memoria.
Proprio per questo, perché in nome dell'emergenza il premier non ha esitato a colpire le fasce deboli, dovrebbe essere spietato con chi in nome di privilegi o rendite di posizione fa scempio del pubblico denaro.
Anche Monti, tecnico algido e poco avvezzo a indulgenze e compiacimenti, dovrebbe sapere che un gesto concreto vale più di cento appelli.

Lunedì, 02 Gennaio 2012




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