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martedì 13 marzo 2012

AMMORTIZZATORI...UNA PACCATA DI SOLDI...

Fornero ai sindacati: senza il sì alla riforma niente «paccata di miliardi» per gli ammortizzatori


Quella parola di apprezzamento da parte dei sindacati che, sulle proposte avanzate da Elsa Fornero nell'incontro di ieri, non è arrivata. È proprio facendo riferimento a questa mancanza che il ministro del Lavoro, a margine di un'iniziativa presso il ministero degli Esteri, confida di non riuscire a capire «come possano non dichiararsi d'accordo su una riforma che prevede inclusione e universalità di ammortizzatori sociali». Da qui, quello che potrebbe suonare come un aut aut: prima deve arrivare il via libera delle parti sociali al piano di riforma del mercato del lavoro, solo allora il Governo penserà ad appesantire il budget per la copertura del nuovo assetto. Intanto, secondo il ministro, la riforma dovrebbe prevedere «maggiore facilità di entrata e un po' più di facilità di uscita».

Cisl e Cgil bocciano le proposte del Governo
Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni avverte: se non viene modificata la posizione del governo sulla mobilità, rischia di saltare il tavolo per la riforma del mercato del lavoro. Il segretario confederale della Cgil Fulvio Fammoni parla di «vecchi, vecchissimi atteggiamenti di pressione per ottenere quello che si vuole». Da Reggio Calabria il segretario generale della confederazione, Susanna Camusso parla di «un passo indietro» nella trattativa, dal momento che «la proposta che ci è stata fatta ieri non prevede l'indennità per tutte quelle figure che oggi non ne hanno diritto e riduce la copertura per quelli che ce l'hanno già».

Senza sì a riforma nessuna «paccata di miliardi»
Fornero ha ricordato che senza il sì preventivo dei sindacati sulla riforma il Governo non metterà, in particolare sugli ammortizzatori sociali, «una paccata di miliardi». E se il concetto non fosse già abbastanza chiaro, ha aggiunto: «È chiaro che se uno comincia a dire "no", perché noi dovremmo mettere lì una paccata di miliardi e poi dire "voi diteci di sì"? No - ha concluso il ministro - non si fa così».

La delusione del ministro
C'è un po' di delusione nelle parole di Fornero. Come dire: da parte nostra, da parte dell'esecutivo tecnico, sono state avanzate delle soluzioni; dalla controparte delle parti sociali, invece, non c'è stato lo stesso passo in avanti. Il Governo, ha sottolineato Fornero, «propone qualcosa. Io mi sono impegnata a che le risorse non vengano tolte dall'assistenza. Mi sembra che questo sia un buon impegno e avrei voluto sentire una piccola parola di apprezzamento. Non ho sentito neanche mezza parola di apprezzamento».



13 marzo 2012
FONTE: IL SOLE 24 ORE

12 marzo 2012
Riforma del lavoro, oggi il tavolo Governo-parti sociali. Ipotesi due miliardi per la copertura degli ammortizzatori sociali
all'interno analisi di Stefano Folli



Potrebbero essere pari a due miliardi circa le risorse che il Governo oggi metterà sul piatto per la copertura del nuovo sistema di ammortizzatori sociali, nell'ambito della riforma del lavoro. L'incontro è previsto per il pomeriggio. Il budget, secondo quanto riporta oggi «La Repubblica» dovrebbe essere tirato fuori dai risparmi che si otterranno dalla riforma delle pensioni. Inizialmente destinati al risanamento di bilancio. Il ministro del Lavoro Elsa Fornero avrebbe infatti ottenuto di impiegare questi fondi per sostenere il nuovo assetto dei sostegni, che si comporrà di una cassa integrazione ordinaria per le difficoltà temporanee, e di una straordinaria, che, spiega ancora il quotidiano, sarà concessa solo in caso di ristrutturazioni e non più di fronte a cessazione aziendale. Dal 2017 (quando il meccanismo entrerà in vigore), continua ancora «La Repubblica», scomparirà la mobilità ma continuerà a essere versato l'assegno di disoccupazione.

Sulla flessibilità in uscita l'opzione incontri bilaterali
Oggi non si parlerà di articolo 18. Secondo «La Repubblica» il nodo della flessibilità in uscita potrebbe essere affrontato in incontri bilateriali che il ministro Fornero potrebbe avere nei prossimi giorni. Il Governo starebbe ragionando su due ipotesi. La prima prevede di estendere l'indennizzo (senza l'obbligo di reintegro al posto di lavoro) anche ai casi di licenziamento economico, legato alla crisi in atto. Una soluzione più rigida potrebbe consistere nel solo indennizzo, e non nella riassunzione, anche in caso di licenziamento per motivi disciplinari (ad esempio nell'ipotesi di assenteismo). In questa seconda ipotesi, dunque, l'articolo 18 e l'obbligo di reintegro da parte dell'impresa resterebbe valido solo per licenziamenti legati ad atti discriminatori.


12 marzo 2012

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