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mercoledì 30 maggio 2012

FILIPPO ONGARO...MANGIA CHE TI PASSA...



Cibo e cervello: intervista a Filippo Ongaro
Nutrirci e curarci. Il binomio sta diventando sempre più evidente. Ciò che facciamo ogni giorno, ai pasti e alle colazioni, d’ora in poi non dovrà essere visto unicamente come introduzione di “carburante”, ma piuttosto come la principale occasione per mantenere e magari accrescere lo stato di salute, oppure recuperarla se l’abbiamo perduta.



Il cibo come veleno oppure come medicina. La sapienza popolare l’ha sempre intuito e saputo. Ma oggi ne abbiamo le evidenze scientifiche. E la risposta arriva da quella nuova disciplina che si chiama “nutrigenomica”. In pratica come le sostanze biochimiche contenute negli alimenti entrano a fare parte delle nostre cellule e fanno esprimere i nostri geni. Nel bene o nel male. Se questo avviene, ed avviene, è semplice intuire come nell’arco di un’interva vita, da prima della nascita fino alla vecchiaia – attraverso 30-60 tonnellate di alimenti che ingeriamo in una vita media – sia possibile favorire l’insorgenza di malattie che non sono “semplicemente” l’obesità, ma pure patologie che hanno a che vedere con le alterazioni infiammatorie del nostro organismo.

Di tutto ciò si sta occupando da anni Filippo Ongaro, che ha scritto un libro chiaro ed efficace sulla nutrigenomica. Se lo avesse intitolato con il nome della nuova scienza della nutrizione, lo avrebbero letto ben pochi. Invece il volume ha un titolo altrettanto chiaro ed efficace: Mangia che ti passa. Uno sguardo rivoluzionario sul cibo per vivere più sani e più a lungo (Piemme).

Filippo Ongaro è considerato uno dei pionieri europei della medicina funzionale e anti-aging. Ha vissuto per molti anni all’estero, dove ha lavorato come medico degli astronauti presso l’Agenzia spaziale europea (Esa). Ha collaborato con la Nasa e l’Agenzia spaziale russa allo sviluppo di metodologie preventive e terapeutiche per contrastare l’invecchiamento accelerato a cui sono esposti gli astronauti in orbita. È vicepresidente dell’Associazione medici italiani anti-aging (Amia) e direttore sanitario dell’Istituto di medicina rigenerativa e anti-aging (Ismerian) di Treviso. Nel 2008 ha pubblicato Le 10 chiavi della salute (Salus Infirmorum).

Gli abbiamo rivolto alcune domande su cervello e alimentazione.

In che rapporto sono alimentazione e cervello?

Sono in un rapporto strettissimo. La ricerca ci suggerisce da tempo di abbandonare i vecchi concetti che separano mente e corpo. Il cervello è l’organo più importante e complesso del nostro corpo e necessita non solo di carburante ma della miscela corretta di nutrienti per funzionare al meglio.

Quali sono gli alimenti, sostanze dannose e quali quelle benefiche per il cervello?

In primo luogo è necessario ridurre il carico glicemico assumendo meno zuccheri e meno carboidrati raffinati. Sembra strano ma i muscoli e il cervello hanno bisogno di una glicemia il più possibile costante e vengono invece destabilizzati dai picchi alti così come da quelli bassi. Poi vanno assunte quantità sufficienti di acidi grassi omega 3 che sono un costituente fondamentale del sistema nervoso centrale. Aumentiamo quindi l’introito di pesce azzurro cercando il pesce pescato come gli sgombri, le sarde, le sardine.

Nel suo libro accenna al ruolo degli alimenti e dell’infiammazione nelle concause di malattie neurodegenrative come sclerosi multipla e Alzheimer, oppure di disturbi dell’umore come la depressione: quali sono gli alimenti che proteggono e quali quelli che danneggiano il sistema nervoso?

L’infiammazione assieme a glicazione e stress ossidativo sono i 3 fenomeni fisiopatologici alla base della degenerazione e della maggior parte delle malattie croniche. Occorre quindi agire per lo meno su questi 3 fronti anche con il cibo. Le regole sommariamente dette sopra vanno in questa direzione. Poi esistono numerose sostanze come l’aminoacido triptofano che hanno effetti sull’umore e il sonno aumentando serotonina e melatonina. Per aumentare la quantità di triptofano che entra nel cervello servono i carboidrati ma anche qui scegliamo quelli integrali. Se invece si cerca la concentrazione in quantità non esagerate sono ovviamente utili caffè e tè, se poi si sceglie il tè verde esso è ricco di catechine anti-ossidanti che riduranno lo stress ossidativo anche a livello cerebrale

Quali sviluppi futuri vede nel cibo come farmaco, in particolare nella sfera del buon funzionamento cerebrale-emotivo?

Io credo e mi auguro che la nuova scienza della nutrizione continui a soprenderci con gli effetti curativi di molti alimenti. Quello che conta però è che questo sapere si trasformi rapidamente e da subito in protocolli di cura migliori. L’anello mancate è in questo caso è il medico che deve acquisire maggiori competenze in questo settore.

FILIPPO ONGARO...LEGGETELO E IMPARERETE QUALCOSA...


martedì 29 maggio 2012

IL TERREMOTO IN EMILIA CONTINUA...


Modena, 29-05-2012
NUMERI DI EMERGENZA: Ferrara: 0532771546 - Modena: 059200200 - Mirandola: 0535611039 - San Felice: 800210644 - Cento: 3332602730
Appello a togliere le password dalle reti wi-fi private, per permettere l'accesso più ampio possibile per le comunicazioni. Usare i cellulari solo per emergenze per non intasare la rete. Crollano capannoni: operai sotto le macerie a Medolla, Mirandola, e Finale Emilia. La scossa è avvertita intorno alle 9, in tutto il nord Italia, epicentro nel modenese, profondità intorno ai 10 chilometri. Panico a Bologna, scuole evacuate


Una forte scossa di terremoto ha interessato il nord Italia. Secondo i primi dati dell'Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia, la scossa è stata di 5.8 di magnitudo con epicentro nel Comune di Finale Emilia, nel modenese, con profondità intorno ai 10 chilometri.



Almeno undici morti
Sono almeno 11 le vittime accertate del sisma, tutte nel modenese, lo rende noto la regione Emilia Romagna.

Di queste:

Tre a San Felice, nel crollo della azienda Meta, due a Mirandola, una a Concordia (un anziano ucciso da un cornicione), una a Finale.

Morto il parroco di Rovereto di Novi, Don Ivan Martini, vittima di un crollo.

Una donna è morta a Cavezzo, sepolta dalle macerie del Mobilificio Malavasi.

E' vivo il parroco di Carpi
In fase di evacuazione l'ospedale di Carpi, nel modenese, dove si trova, tra gli altri, il parroco del paese. L'uomo, rimasto ferito nel crollo del duomo, era stato è ricoverato. Anche un vigile del fuoco, che era intervenuto per i soccorsi in duomo, è rimasto ferito

Crollano capannoni industriali, operai sotto le macerie a San felice
Ci sarebbero delle vittime sotto le macerie dei capannoni di San Felice sul Panaro, provincia di Modena. Lo si apprende da fonti della Protezione civile. Nei capannoni del Polo industriale erano al lavoro delle gru che stavano rimuovendo le macerie causate dal terremoto del 20 maggio.

Operai sotto le macerie a Mirandola, uno estratto vivo
A Mirandola è crollato un capannone in via Di Mezzo: quattro operai sono rimasti sotto le macerie e i vigili del fuoco stanno cercando di trarli in salvo.

E' stato estratto vivo un operaio della ditta Bbg di Mirandola. Lo riferisce l'emittente 'Telemodena'. Continuano le ricerche dell'altra persona.

Risulta particolarmente difficile contattare la Protezione civile a causa del black out dei telefoni. Dal 118 numerose chiamate. Decine le ambulanze dirette verso la zona dell'epicentro.

Crollano capannone a Medolla, e Finale Emilia operai sotto le macerie
Un capannone industriale è crollato a Medolla a seguito del terremoto e ci sarebbero delle persone coinvolte. Anche a Finale Emilia crolli in capannoni. I Vigili del Fuco stanno scavando per trarre in salvo le persone.

Due operai feriti nel piacentino: uno è grave
Due operai di un caseificio sono rimasti feriti, uno in modo gravissimo, a Castelvetro piacentino, nel deposito di stagionatura formaggi 'Aimi', per la caduta di un ingente quantitativo di forme di grana padano dagli scaffali. Riccardo Poli, cremonese, 20 anni, residente a Castelvetro, ha subito lo schiacciamento del torace ed e' stato trasportato all'ospedale civile di Cremona in prognosi riservata. Laurentin Danut Popa, romeno, 44 anni, ha subito un trauma al piede giudicato guaribile in 30 giorni.

Nuovi crolli, distrutto il Duomo e la Chiesa di San Francesco a Mirandola
Dopo la scossa di terremoto di questa mattina nuovi crolli si sono registrati a Mirandola, Finale Emilia e San Felice sul Panaro, paesi già colpiti dalla scossa del 20 maggio. Il duomo e la chiesa di San Francesco a Mirandola sarebbero crollati .

Crolli nella Rocca Estense di Finale Emilia
Si registrano altri crolli nella Rocca Estense di Finale Emilia, provincia di Modena, uno dei comuni epicentro del terremoto di questa mattina. Lo si apprende da fonti della Protezione civile. La Rocca era già stata danneggiata dal terremoto del 20 maggio, le cui scosse avevano sbriciolato la torre dei modenesi, uno dei simboli della cittadina.

Twitter: centro di Cavezzo distrutto
Il centro di Cavezzo è stato chiuso pochi minuti dopo il sisma delle 9. I danni sono ingenti: sono crollati molti edifici storici e il tetto della chiesa, già danneggiata dal terremoto della scorsa settimana. Per ora non si hanno notizie di vittime, ma i controlli sono ancora in corso.

Appello su twitter: togliere le password dalle reti wi-fi private
L'informazione viaggia su twitter: sono centinai i cinguettii con hastag "terremoto" che vengono immessi in rete in tempo reale, con foto, video, rilanci dai mezzi di informazione (che a loro volta rilanciano twitter) ma anche notizie utili come i numeri di emergenza o della protezione civile. E un appello a togliere le password dalle reti wi-fi private, per permettere l'accesso il più ampio possibile per eventuali comunicazioni, e a usare i cellulari solo per emergenze per non intasare la rete.

Panico a Bologna
A Bologna, la terra ha tremato per diversi secondi in maniera prolungata, sussultoria e ondulatoria. Tanti i bolognesi scesi in strada: il movimento tellurico, per forza e intensità, ha ricordato quello del 20 maggio scorso.

A Bologna, dopo la forte scossa di terremoto delle 9 di questa mattina, sono andati fuori uso i collegamenti telefonici cellulari. A causa della scossa che si è sentita nettamente in tutta la città e anche a San Lazzaro di Savena alcune scuole sono state temporaneamente evacuate. Gli studenti sono stati fatti uscire dalle aule dagli insegnanti in via precauzionale.

39 scosse scosse dalle ore nove, 5 sopra magnitudo 4
Sono 39 le scosse registrate dalle 9,03, quando c'è stata quella devastante di magnitudo 5,8, alle 11,24. Di queste, 32 sono uguali o maggiori a magnitudo 3. La lista è quella pubblicata su Internet dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La scossa da magnitudo 5,8 è stata preceduta, soltanto dalla mezzanotte da 11 scosse di magnitudo inferiore a 3

Dopo la scossa delle 9,03, lo sciame e' stato intenso, con 39 movimenti in 2 ore e mezzo. In questo sciame, si segnalano quattro scosse per la loro intensità: magnitudo 4 alle 9,07 (quattro minuti dopo la prima); 4,1 alle 9,10; 4,5 alle 10,25; 4,7 alle 10,27; 4,2 alle 10,40.

Riaperte le linee ferroviarie
Sono state riaperte tutte linee ferroviarie interessate dal terremoto che ha colpito il Nord Italia. Ferrovie dello Stato fa sapere che sta tornando alla normalità la circolazione dei treni sulla Bologna-Verona, Bologna-Padova, Bologna-Piacenza e Verona-Modena. Il transito dei convogli, che in alcuni tratti procede a velocità ridotta, è stato sospeso per circa 30 minuti per fare il punto sulla situazione delle infrastrutture e i necessari controlli a seguito della scossa tellurica.FONTE: RAI NEWS 24

Perché il Vaticano teme “Sua Santità”. Parla Gianluigi Nuzzi - micromega-online - micromega

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lunedì 28 maggio 2012

PRIMARIE DI COALIZIONE SUBITO...


PRIMARIE DI COALIZIONE SUBITO! Firma l'appello a Bersani, Di Pietro e Vendola
Chiediamo che le segreterie di Pd, Idv e Sel si facciano al più presto promotrici di primarie di coalizione per scegliere il candidato premier.
Primarie vere, vale a dire:
- svolte sotto la responsabilità di un comitato dei garanti composto da personalità della società civile di indiscussa imparzialità e autorevolezza morale.
- con candidati che partecipino a titolo individuale, e non come rappresentanti ufficiali o nei fatti sostenuti da un partito, - aperte anche a candidati non iscritti ad alcun partito.
- organizzate in modo da offrire a tutti i candidati pari chance, con un rigoroso e contenuto limite del tetto delle spese consentite per la competizione, pena l’invalidazione della candidatura.
- obbligatoriamente fondate sulla partecipazione a dibattiti con la presenza di tutti i candidati, quale modalità privilegiata di campagna elettorale.

Quanto all'esito
- Nel caso nessuno dei candidati raggiunga il 50% più uno dei voti si svolge un ballottaggio tra i due più votati la domenica successiva.

Siamo convinti che senza una decisione immediata, che consenta il maturare di candidature della società civile e di una partecipazione di massa, anche via internet, alla loro individuazione e alla formulazione dei programmi, un numero crescente e infine smisurato di potenziali elettori sarà tentato di disertare le urne o alternativamente affidarsi a movimenti estranei e contrari al campo di centrosinistra col risultato di favorire la vittoria di una coalizione di destra.
Deve essere chiaro che la responsabilità politica e morale di un tale esito peserebbe tutto sui dirigenti dei tre partiti che non avessero voluto indire fin da ora le primarie vere che stiamo chiedendo, rifiutandole apertamente o ancor peggio impedendole con argomenti e condotte dilatorie.
Il tempo che ci separa dalle prossime elezioni politiche si conta ormai in mesi. Il conto alla rovescia è ormai iniziato.
Non possiamo farci trovare impreparati.
Rinviare l'indizione delle elezioni primarie di coalizione oltre giugno, equivale a decidere di non farle o farle per finta.

Giorgio Airaudo
Paolo Flores d’Arcais
Margherita Hack
Gad Lerner
Arturo Parisi

(28 maggio 2012)

FIRMARE QUI

CHRISTINE LAGARDE...


Greci offesi: "Nessuna lezione da Christine Lagarde"
Proteste in reazione alle dichiarazioni del direttore generale del FMI
ATENE - Dai leader politici ellenici al governo francese passando per il popolo di Facebook: le dichiarazioni del direttore generale del Fmi Christine Lagarde ("bisogna che i greci comincino ad aiutarsi l'un l'altro pagando tutte le tasse") hanno determinato una vera e propria levata di scudi che ha superato i confini nazionali.

Questo mentre la stampa greca ha pubblicato alcune note riservate dell'ex primo ministro Lucas Papademos - che nei giorni scorsi aveva parlato dell'uscita di Atene dall'euro come di un "rischio concerto" - nelle quali si evidenzia che a partire da fine giugno "la capacità del governo di rispettare pienamente i suoi impegni dipenderà dal versamento della nuova tranche dei prestiti accordati dal fondo salva-Stati Ue (Efsf) e dal Fmi".

Ma intanto le dichiarazioni di Lagarde hanno gettato benzina sul fuoco della protesta dell'opinione pubblica greca che quotidianamente deve fare i conti con il rigore imposto in cambio degli aiuti internazionali. Per il capo del partito socialista Pasok, Evangelos Venizelos, Lagarde, con le sue dichiarazioni, ha "umiliato e offeso" i greci. La pagina Facebook del direttore del Fmi è stata bombardata da 8.500 messaggi di protesta e il leader di Syria, il partito della sinistra radicale greca, Alexis Tsipras, ha dichiarato che i greci "non cercano l'amicizia" di Lagarde e che i "lavoratori pagano le imposte".

Ciò che ha sorpreso di più è stata però la reazione del governo francese, sebbene Lagarde prima di andare al Fondo sia stata ministro delle Finanze di Nicolas Sarkozy. Rompendo il tradizionale savoir-faire, il portavoce del nuovo esecutivo, Najat Vallaud-Belkacem a criticato la visione dei greci offerta dal diretto del Fmi sulle colonne del Guardian definendola "un pò caricaturale e schematica". Aggiungendo poi che "non è il momento di dare lezioni ai greci".QUI



ROSY BINDI... SI SCALDANO TRA DI LORO...


Non mi piacciono gli ultimatum. E le minacce. Il Pd ha un progetto che Bersani ha chiamato il nuovo Ulivo: un’alleanza dai confini molto larghi. Per tenere insieme il centrosinistra, con tutte le sue forze, ma che punti anche a coinvolgere i moderati, le forze di centro, quelle che dopo aver staccato la spina a Berlusconi appoggiano il governo Monti per portare in sicurezza i conti dello Stato disastrati dalla stagione del centrodestra». È quanto afferma a Repubblica dopo l’ultimatum di Idv e Sel, Rosy Bindi.

Bindi afferma di sospettare che dietro la proposta dei due partiti vi sia «in realtà il tentativo di portare a segno un veto», «pretesa inaccettabile».
ulivo seccato
27 MAGGIO 2012







FORMIGONI...


Oh, Formigoni
Creato il 21 marzo 2012 da Mcg

Egregio Presidente Formigoni,
Lei è un coglione. No, non voglio offenderla! Si informi: la parola assume vari significati e, seppur nell'accezione dialettale sia termine piuttosto volgare, io mi riferisco al piatto tipico del West americano, una prelibatezza che le consiglio fritta e ammorbidita, nel sapore, in salsa cocktail. Insomma era un modo come un altro per dirle che io la considero una persona buona. Come un coglione (di toro), appunto.
Insomma, non penso sia reato dare del buono a qualcuno, men che meno a lei, che anzi sono certo gradirà. Nello stesso tempo non vorrei che lei trascurasse il significato che nello slang ispanico assume il termine cojones, ulteriore complimento da farsi solo a uomini veri. Non vorrà mica fermarsi al milanese, spero. Non Lei, uomo di mondo! Sarebbe da stupidi. Che poi, nemmeno "stupido" può essere proprio considerato un'offesa: quante mamme teneramente danno ai loro pargoli degli stupidotti o degli stupidini. E' una forma di amorevole rimprovero, un termine spesso usato con una infinita tenerezza. E io le voglio così bene , caro Presidente che non riesco a trattenermi dal darle anche dello stupidino. Se lo fa, quando lo fa, e se naturalmente dovesse farlo. Nel descriverla poi, non posso esimermi da definirla deficiente. Non sgrani gli occhi, dico proprio deficiente ma, ovvio, nel senso letterale "di mancante di qualcosa". Nessuno è perfetto e certo anche lei sarà deficiente di qualche cosa, magari di vista, giacché per leggere noto che inforca gli occhiali. Anzi, conoscendo la sua innata modestia, immagino lei sia convinto di deficitare di molte altre cose, insomma, di essere un discreto deficiente. Che nessuno pensi che intendo darle del deficiente come sinonimo di asino. Che poi, a dirla tutta, il ciuccio tanto vituperato, fu la cavalcatura di Cristo nella sua entrata trionfale a Gerusalemme, come predisse il profeta Zaccaria, e fu tra i primi viventi a veder nascere lo stesso redentore, come descrivono i vangeli apocrifi. Posizioni invidiabili. In fondo sono certo che lei, da "bravo" cojones sarà almeno un po' testardo, caratteristica principale di questo equino. Dandole dell'asino, sono convinto, le farei un ulteriore complimento! Ma...ho detto bravo? Per Giove! Non volevo offenderla: non le darei mai deliberatamente del bravo: il rischio che lei lo confonda con la figura del bravo manzoniano è assai alta, vista la sua formazione culturale. La prego di perdonarmi se l'ho fatto e, certo di una sua cristiana comprensione, le auguro di cuore di andare a cagare (Ogni qual volta le scappa, beninteso: la salute prima di tutto ed è quello, e non altro, che le mie parole, volevano augurare).QUI

COSA DOVRA' ACCADERE ANCORA?...


ARRESTATO IL MAGGIORDOMO DEL PAPA...

SIRIA...PEACE REPORTER


Siria, l’Onu accusa l’esercito: uccisi almeno 110 civili
26 maggio 2012
Secondo gli osservatori delle Nazioni Unite in Siria sarebbero almeno 110 i civili uccisi ieri a Hula, nella provincia siriana di Homs. L’Onu accusa della strage le forze fedeli al presidente Bashar al-Assad.

Il generale Robert Mood, capo degli osservatori dell’Onu, ha confermato le accuse ai militari lealisti, condannando oggi quella che ha chiamato “un brutale tragedia”. Gli osservatori, ha detto Mood, “hanno confermato (…) l’impiego dei cannoni dei carri armati”.

Sarebbero oltre 92 le persone uccise, tra cui 32 bambini al di sotto dei dieci anni, secondo un bilancio degli stessi osservatori. Il bilancio delle vittime però è ancora incerto. Il Consiglio Nazionale Siriano, network dell’opposizione ad Assad, riferisce che “la metà sono bambini” e chiede una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu per “determinare le responsabilità del massacro”.


IL MASSACRO DI SONG MY...



New words by Reverend Fred Kirkpatrick and Pete Seeger
1971
William Caley è l'ufficiale statunitense responsabile del massacro di My Lai. Sulla sua figura e sul massacro di My Lai si veda anche The Battle Hymn Of Lt. Calley di Julian Wilson.

Il Massacro di My Lai fu un massacro di civili inermi che avvenne durante la Guerra del Vietnam, quando i soldati statunitensi della Compagnia Charlie, della 11a Brigata di Fanteria Leggera (Divisione Americal), agli ordini del Tenente William Calley, uccisero 347 civili - principalmente vecchi, donne, bambini e infanti - Il massacro avvenne il 16 marzo 1968 a My Lai, uno di nove paesini raggruppati attorno al villaggio di Song My. I soldati si abbandonarono anche alla tortura e allo stupro degli abitanti.

Il massacro fu fermato dall'equipaggio di un elicottero dell'esercito USA in ricognizione, che atterrò frapponendosi tra i soldati americani e i superstiti vietnamiti. Il pilota, Sottufficiale Hugh Thompson Jr., affrontò i capi delle truppe americane e disse che avrebbe aperto il fuoco su di loro se non si fossero fermati.

Colin Powell, all'epoca un giovane Maggiore dell'Esercito, venne incaricato delle investigazioni sul massacro. Powell scrisse: "A diretta refutazione di quanto ritratto, c'è il fatto che le relazioni tra soldati americani e popolazione vietnamita sono eccellenti".

Un giornalista investigativo indipendente, Seymour Hersh scoprì la storia di My Lai il 12 novembre 1969 e il 20 novembre il quotidiano di Cleveland, The Plain Dealer, pubblicò fotografie esplicite dei cadaveri delle persone uccise a My Lai. Il massacro di My Lai sarebbe passato sottaciuto alla storia se non fosse stato per un altro soldato che, indipendentemente da Glen, inviò una lettera al suo rappresentante al Congresso.

Il Tenente William Calley venne dichiarato colpevole nel 1971 di omicidio premeditato per aver ordinato di sparare e venne condannato all'ergastolo, ma 2 giorni dopo, il Presidente Richard Nixon ordinò il suo rilascio dalla prigione. Calley scontò 3 anni e mezzo di arresti domiciliari in caserma a Fort Benning (Georgia), poi venne mandato libero da un giudice federale. Oggi fa il gioielliere a Columbus, in Georgia. FONTE QUI

CANNES....



Michael Haneke bacia la moglie

Tutti in piedi al Grand Theatre Lumiere per Michael Haneke, il regista austriaco che ha vinto la Palma d'oro, la seconda dopo Il nastro bianco, per Amour.

A GARRONE IL GRAND PRIX - Per Garrone si tratta di un bis sulla Croisette: aveva già vinto il Grand Prix nel 2008 con 'Gomorra'.



PREMIO GIURIA A THE ANGEL'S SHARE DI LOACH - Va a The Angels' Share di Ken Loach il Premio della Giuria della 65/a edizione del Festival di Cannes.

PREMIO SCENEGGIATURA A MUNGIU - Va a Cristian Mungiu per 'Beyond the Hills' il premio per la migliore sceneggiatura del 65/o Festival di Cannes.

MIGLIOR REGISTA REYGADAS - Va a Carlos Reygadas per 'Post tenebras lux' il premio come miglior regista della 65/a edizione del Festival di Cannes.

DANESE MIKKELSEN DI THE HUNT MIGLIORE ATTORE- Mads Mikkelsen, l'attore protagonista di The Hunt del danese Thomas Vinterberg, ha vinto il premio per la migliore interpretazione maschile al 65/mo festival di Cannes.

MIGLIORE ATTRICE EX AEQUO A DONNE MUNGIU - Il premio per la migliore attrice della 65/ma edizione del Festival di Cannes va ex aequo a Cosmina Stratan e Cristina Flutur, interpreti del film di Cristian Mungiu 'Beyond the Hills'.ANSA

27 MAGGIO....


PER ME TRISTE E DOLOROSO ANNIVERSARIO...


sabato 26 maggio 2012

TERREMOTO EMILIA...



MODENA - Non smette di tremare la terra tra le province di Modena e Ferrara. Dalle 20 di ieri sera alle 7 di stamani, le scosse, di bassa e media intensità, sono state 58, la più forte delle quali è stata di magnitudo 2.7, con epicentro a Finale. A Finale Emilia circa 2000 persone dormono in tenda, in auto o in roulotte parcheggiate vicino alla propria abitazione. Una scossa di magnitudo 2.4 è stata avvertita dalla popolazione alle 23:46 di ieri sera nella provincia di Latina, tra il capoluogo e i comuni di Sermoneta e Norma. Un'altra scossa di magnitudo 2.0 si è registrata in provincia di Cosenza, tra i comuni di Castrovillari, Frascineto e San Basile.

GLI INDAGATI Primi indagati per il crollo dei capannoni, causato dal terremoto, che domenica mattina ha ucciso quattro operai in Emilia. Una ventina di persone, tra legali rappresentanti delle aziende coinvolte, tecnici e progettisti, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Ferrara. Il reato ipotizzato è omicidio colposo. Un atto dovuto, per consentire il proseguimento degli accertamenti, mentre la terra continua a tremare. Anche oggi le scosse, alcune di forte intensità, hanno seminato il panico nei centri già colpiti dal sisma, in provincia di Modena e Ferrara. La 'psicosì da terremoto tiene i cittadini lontani dalle case, anche quelle già dichiarate agibili dai vigili del fuoco, e così il numero degli sfollati è salito ancora. A cinque giorni dal sisma sono infatti quasi settemila le persone sparse tra i 12 campi d'accoglienza allestiti o le 46 strutture al coperto - palestre o edifici comunali - e i 14 alberghi che danno ospitalità ai terremotati. Li assistono 1.200 volontari della Protezione Civile, che intanto sta definendo con le autorità locali e le forze dell'ordine un piano per i primi interventi, quelli cioè in grado di garantire la pubblica incolumità e il rapido svolgimento delle operazioni di soccorso. «L'obiettivo è quello di accelerare la ricostruzione. Dobbiamo dare la speranza ai cittadini, alle imprese e ai lavoratori che vogliamo anticipare la ripartenza», afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, che oggi pomeriggio ha riunito in Regione le forze sociali e imprenditoriali - 5 mila le persone rimaste senza lavoro - per fare il punto sui danni subiti. «Il continuare dello sciame sismico produce una situazione di tensione permanente», aggiunge Errani, ribadendo che questa deve essere considerata «un'emergenza nazionale» e che «occorre l'impegno solidale di tutto il Paese». Il governo ha stanziato, con il decreto che ha proclamato l'emergenza nazionale, i primi 50 milioni di euro e altre risorse arriveranno grazie al taglio dei rimborsi elettorali ai partiti, come prevede un emendamento approvato ieri dalla Camera. Le banche, invece, hanno messo a disposizione un plafond di 800 milioni di euro, tra finanziamenti a tassi agevolati e una moratoria sulle rate dei mutui. Ed è probabile che arriveranno altri aiuti per far fronte ai danni di un terremoto che - dicono gli esperti in base alle rilevazioni satellitari - ha sollevato di 15 centimetri quell'area della Pianura Padana. Una forza pari a quella del sisma che ha distrutto l'Aquila. Non a caso la scossa delle 4.04 di domenica mattina ha distrutto torri, castelli e chiese, cancellando in pochi secondi un patrimonio culturale che era stato conservato nei secoli. E da cui ancora emergono nuove ferite nascoste. Come le crepe che oggi hanno spinto il sindaco di Sant'Agostino, Fabrizio Toselli, a ordinare l'evacuazione di un centinaio di persone dalle loro abitazioni di San Carlo. Oppure quelle che tengono ancora chiusa la parte centrale degli uffici della Procura di Ferrara. Gli stessi che indagano sul cedimento dei capannoni alla Tecopress, alla Sant'Agostino Ceramiche e alla Ursa di Bondeno che hanno provocato in tutto quattro delle sette vittime del terremoto. Operai al lavoro, uccisi mentre stavano terminando il turno di notte. I primi funerali si svolgeranno domani.

I FIORI DA NAPOLITANO Sono arrivati al campo sportivo comunale di Bondeno, allestito per ricevere il feretro di Leonardo Ansaloni, l'operaio morto il 20 maggio nel crollo della ceramica Sant'Agostino (di Ferrara), i fiori inviati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. I fiori, rose bianche, margherite rosse e tuberose, sono state portate da due carabinieri in alta uniforme.

IN ARRIVO I CONTAINER CON FARMACI Sei container, vere e proprie farmacie mobili adeguatamente attrezzate arriveranno entro lunedì nelle zone colpire dal sisma in Emilia e permetteranno di ristabilire, per quanto possibile, la rete delle farmacie, nei comuni di Mirandola, Finale e San Felice, dove su 11 solo 2 farmacie non hanno subito danni significativi. L'iniziativa è dovuta all'aiuto di Federfarma, Associazione dei titolari di farmacia, dell'Ordine dei Farmacisti e di tutti i farmacisti della zona. «Sin dalla notte di domenica scorsa i colleghi colpiti dal terremoto si sono adoperati per ripristinare, sia pure in una situazione di grave emergenza, il servizio sia di giorno che di notte. Li ringrazio pubblicamente perchè con il loro comportamento hanno sottolineato quanto sia importante la nostra funzione di servizio - ha detto Silvana Casale, presidente di Federfarma Modena - ugualmente desidero ringraziare l'Azienda Usl e tutti medici che con grande concretezza e professionalità si stanno adoperando per contenere i disagi di persone già così duramente provate. Ora stiamo cercando di rafforzare ulteriormente la nostra capacità di risposta e di offrire, in condizioni di totale sicurezza, dei punti di riferimento essenziali per l'assistenza, collocandoli vicini alla gente e dove maggiori sono le criticità». Tre container saranno collocati a San Felice, due a Finale Emilia e uno a Mirandola, vicino alla farmacia di Mortizzuolo di Mirandola e si andranno ad aggiungere ai due camper attrezzati, già attivi da alcuni giorni, uno a Finale Emilia presso il centro sportivo, il secondo a Mirandola di fronte alla farmacia Del Borghetto, nella frazione di Cividale di Mirandola. Federfarma ricorda poi che nei tre comuni più duramente colpiti dal sisma è aperta senza soluzione di continuità, la Farmacia San Camillo De Lellis di Massa Finalese (piazza Caduti per la Libertà, 2 0535.99150). Per aggiornamenti è possibile consultare il sito www.federfarmamodena.it.FONTE:LEGGO QUI

NATURA


ARGENTINA/BRASILE

BBC - La Gola del diavolo
Il clou delle cascate è Garganta del Diablo, la Gola del Diavolo, dove quasi la metà del flusso del fiume precipita in una stretta, a forma di U baratro. In alta 82m, 150m di larghezza e 700 metri lungo la cascata è la più grande a Iguazu e il suo spray può essere spesso visto diversi chilometri di distanza. Quando Eleanor Roosevelt visitò, ha riferito, esclamò, "povero Niagara" (Karen Bowerman)
Come da vicino
E 'la scala di Iguazu,(Argentina) che lo rende così awe-inspiring. Circa 200 milioni di litri di tuffi oltre il bordo ogni secondo, precipitando fino a 80m. I visitatori possono sperimentare la potenza della mano prima acqua, grazie a passerelle sopra e sotto le cascate. Le guide turistiche avvertono di ottenere "110% wet", ma gli autobus locali sono preparati: molti sono rivestiti in plastica posti a sedere. (Karen Bowerman)

BEPPE GRILLO...


Bomba o non bomba, arriveremo a Roma. Nell'aria c'è odore di zolfo, ma il cambiamento non si può arrestare. Se tre indizi (il ferimento di Adinolfi a Genova, la bomba di Brindisi e le continue esternazioni sul ritorno del terrorismo) fanno una prova, allora ci sono ottime probabilità del ritorno di una stagione stragista. Per ora le nuove sigle e i nuovi bombaroli non sono all'altezza di piazza Fontana, che bloccò le aperture a sinistra di Aldo Moro, o della stazione di Bologna, alla quale fecero seguito un decennio di craxismo e un ventennio di berlusconismo. Forse ritengono che alzare il tiro non sia ancora necessario. In questi giorni ricorre il ventennale della morte di Falcone, un uomo di grande intelligenza e di immenso coraggio che sapeva di dover morire. La sua morte fu un monito a chiunque volesse un cambiamento radicale, un rinnovamento. Falcone viveva a Roma, lavorava al ministero di Giustizia, era pedinato dalla mafia e poteva essere ucciso con un semplice colpo di pistola in ogni momento. Lo sventramento di Capaci fu un messaggio, un monumento di sangue. Quanti, tra coloro che oggi lo piangono pubblicamente, sono stati a guardare mentre veniva macellato in vita? Lo stesso trattamento fu riservato a Borsellino che sapeva perfettamente di essere un morto che cammina, un Cristo laico che si avviò consapevole al martirio, tradito da una parte dello Stato di cui era esemplare servitore.
Nei momenti di cambiamento o meglio in cui il cambiamento si manifesta possibile, le forze che vogliono mantenere gli interessi costituiti, economici e politici, bussano alla porta con grande energia. Le bombe e gli attentati sono il loro biglietto da visita. I fatti del dopoguerra ci hanno insegnato che godono dell'impunità.
"La realtà racconta che gli assassini di Falcone e Borsellino e i loro complici non hanno solo i volti truci e crudeli di coloro che sulla scena dei delitti si sono sporcati le mani di sangue, ma anche i volti di tanti, di troppi sepolcri imbiancati. Un popolo di colletti bianchi che hanno frequentato le nostre stesse scuole e che affollano i migliori salotti: presidenti del Consiglio, ministri, parlamentari nazionali e regionali, presidenti della Regione siciliana, vertici dei servizi segreti e della polizia, alti magistrati, avvocati di grido dalle parcelle d'oro, personaggi apicali dell'economia e della finanza. Tutte responsabilità penali certificate da sentenze definitive, costate lacrime e sangue, e tuttavia rimosse da una retorica pubblica e da un sistema dei media...". Roberto Scarpinato (da "Le ultime parole di Falcone e Borsellino").
Bomba o non bomba, arriveremo a Roma...

PARMIGIANO REGGIANO TERREMOTATO...


Terremoto, Coop e Consorzio aiutano i produttori di Parmigiano-Reggiano

Coop provvederà a destinare ai produttori colpiti un contributo straordinario sulle vendite di formaggio in tutti i supermercati e ipercoop del territorio nazionale


Un magazzino di formaggio devastato dal terremoto
Coop Italia e Consorzio del Parmigiano-Reggiano hanno deciso di sostenere i caseifici che hanno subit danni per il terremoto (300.000 le forme cadute, e circa la metà quelle che hanno subito danni) e, al tempo stesso, per evitare speculazioni che produrrebbero ulteriori danni ai produttori già colpiti dal sisma e potrebbero alterare la concorrenza in fase di consumo.

"Il primo obiettivo dell'accordo sul quale stiamo lavorando, e che sarà pronto nella giornata di lunedì - spiegano Vincenzo Tassinari, presidente Coop Italia, e Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano - è innanzitutto quello di realizzare una iniziativa di concreta solidarietà rispetto a quei caseifici e produttori bolognesi, modenesi e mantovani che, insieme a significative quote di prodotto, hanno perso strutture di magazzinaggio e impianti, con seri problemi, in diversi casi, di continuità della trasformazione del latte: proprio per questo Coop provvederà a destinare a questa causa un contributo straordinario sulle vendite di Parmigiano-Reggiano in tutti i supermercati e ipercoop del territorio nazionale.

"Allo stesso tempo - proseguono Tassinari e Alai - gli acquisti della catena distributiva avverranno senza alcun ribasso sulle quotazioni correnti, garantendo così stabilità di introito ai caseifici e puntando a stroncare proprio le speculazioni o fenomeni di sciacallaggio che potrebbero farsi strada anche in una situazione così drammatica; a garanzia di questo percorso, Coop Italia non effettuerà, per un periodo che stiamo definendo, alcuna iniziativa di ribasso dei prezzi, che finirebbe inevitabilmente per ripercuotersi anche sulle quotazioni all'origine".FONTE QUI

venerdì 25 maggio 2012

COMINCIAMO BENE...DAL BLOG DI GILIOLI - PIOVONO RANE


Tutti gli animali sono uguali
25 maggio, 2012
grillo-casaleggio


Se l’articolo del Fatto (non certo un giornale nemico, al soldi poteri forti etc) riporta il vero, c’è semplicemente da chiedersi per quale ragione il neosindaco di Parma abbia telefonato a Gianroberto Casaleggio per parlargli di una nomina nel suo comune. Non risulta che Casaleggio abbia alcuna carica né a Parma né nel M5S, dove peraltro le cariche non esistono dato che, come noto, ‘uno vale uno’.

Ed è tanto vero che ‘uno vale uno’ che un altro ha deciso che quella nomina «è una scelta impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente», quindi ha invitato chiunque volesse a mandargli il curriculum per sostituirlo.

Interessante anche la versione del non desiderato, molto simile a quello che aveva detto a questo blog un’altra ex aderente al movimento di Grillo.

Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri, diceva George Orweli.

In questo caso mi pare che gli animali più uguali degli altri siano giusto un paio, cioè il proprietario del simbolo e il suo guru coi capelli lunghi.

VILLA ADRIANA...E LA DISCARICA...


BEPPE GRILLO


Sei in: Il Fatto Quotidiano > CASALEGGIO: “Obama è al primo posto su YouTube. Grillo al secondo”

L'uomo dietro alla comunicazione del blogger presenta un video che riguarda il posizionamento dei candidati americani su Facebook, Twitter e YouTube da cui emerge la popolarità "social" del leader del Movimento Cinque Stelle
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 10 maggio 2012
Più informazioni su: beppe grillo, casaleggio, elezioni amministrative 2012,

E’ l’uomo che si occupa della comunicazione di Beppe Grillo, che l’ha convinto a puntare tutto su Internet e ha creato il successo del Movimento Cinque Stelle. Gianroberto Casaleggio su Cadoinpiedi.it ha pubblicato un post in cui dimostra che le prossime elezioni, come accade anche negli Stati Uniti, si giocheranno in Rete. Che “non si sta più affiancando ai cosiddetti mainstream, ai telegiornali e alle televisioni, ma li sta lentamente sostituendo”.

Il modello di riferimento è quello americano, visto che le prossime presidenziali in Usa “si vinceranno o si perderanno in Rete, la presenza e l’interesse che i candidati hanno sui social media è massima, in particolare sui principali 3 social media che sono You Tube, Facebook e Twitter“. Casaleggio presenta un’infografica dalla quale emerge l’attuale posizionamento, che vede “Barack Obama prevalere su tutti, in tutti e tre i social media, seguito quasi sempre o da Ron Paul o da Newt Gingrich e comunque a una notevole distanza”.

SANSONETTI SENZA VERGOGNA...


Piero Sansonetti sottolinea il coraggio dell'impresa editoriale: « "Outlet" nasce come sfida incosciente alla precedente sfida incosciente che è stata gli "Altri". Abbiamo partorito gli "Altri", ormai tre anni fa - mentre tutti i giornali italiani, e in particolare i settimanali, tracollavano - per una ragione semplicissima: avevamo impellenti cose da dire e nessuno, intorno a noi, le diceva. Potevamo tacere? No, è chiaro, avevamo bisogno di un giornale e l'unico modo per averlo era crearlo».






PIERO SANSONETTI E MARA VENIER MAGNANO ALLA FACCIA DELLA CRISI...



GRAZIE DAGOSPIA IL PIU' BEL SITO CHE CI SIA...QUI -
SANSONETTI INAUGURA L' "OUTLET"
Ieri sera, su un barcone del Tevere all'altezza dell'Ara Pacis, Piero Sansonetti ha presentato "Outlet", la rivista trimestrale che sarà allegata al suo settimanale "Gli Altri". Tra gli ospiti, Paola Concia, Ritanna Armeni, Lanfranco Pace, Cinzia Leone, Andrea Colombo, Fulvio Abbate, Pigi Battista, Riccardo Barenghi, Paolo Bonacelli, Ida Dominijanni e Franco Di Mare.
Highlights della serata: Giuliano Ferrara al fianco di una Anselma Dell'Olio che ha sfoderato dei fantastici gambaletti arcobaleno da hipster di Brooklyn, e Mara Venier che si è scatenata in pista, sfiancando il suo partner di ballo Aurelio Mancuso.
RICCARDO BARENGHI E P G BATTISTA Apre l'Outlet degli "Altri". Dal 25 maggio in edicola (con il settimanale di Piero Sansonetti) la rivista diretta da Massimo Ilardi. "Outlet" il nome della testata. "Per una critica dell'ideologia italiana" il tema specifico del primo numero, che farà da sottotitolo ai successivi.
Assecondando la necessità di un lavoro fuori dal tempo ordinario, la rivista (trimestrale) nasce con l'obiettivo di rendere transitabile, praticabile, comunicante, una messa a fuoco dei vizi e delle sclerosi del pensiero unico travestito da guerra ideologica.
Un "Outlet" dell'immaginario nostrano, quindi, che traffichi tra i materiali di scarto del grande magazzino chiamato Italia, là dove, nascoste, sotterranee, svendute, inascoltate, germinano le idee e le forme del desiderio più insospettabili, e da cui non ci sembra possibile prescindere, se si vuole costruire una nuova piattaforma del pensiero critico e politico.
PIERO SANSONETTI «Perché l'abbiamo chiamata "Outlet"? Perché il centro commerciale è fin dalla sua nascita il luogo dove si sperimentano le prime forme di libertà. Lo è oggi per i giovani quando ancora adolescenti verificano la potenza del desiderio che allenta vincoli e identità. Lo è stato per le donne fin dall'Ottocento quando, rompendo le rigide regole della famiglia borghese che le volevano rinchiuse nei salotti ovattati delle loro case, sciamavano nelle caotiche e scintillanti sale dei primi grandi magazzini.
PIERO SANSONETTI E RICCARDO BARENGHI JENA Qui, in questi concentrati di metropoli, quelle regole venivano presto dimenticate: a dettare i tempi di vita non era più la famiglia ma le merci da scegliere, da possedere, da consumare, da impersonare, magari solo da vedere» scrive Massimo Ilardi nell'editoriale del primo numero.



Mentre Piero Sansonetti sottolinea il coraggio dell'impresa editoriale: « "Outlet" nasce come sfida incosciente alla precedente sfida incosciente che è stata gli "Altri". Abbiamo partorito gli "Altri", ormai tre anni fa - mentre tutti i giornali italiani, e in particolare i settimanali, tracollavano - per una ragione semplicissima: avevamo impellenti cose da dire e nessuno, intorno a noi, le diceva. Potevamo tacere? No, è chiaro, avevamo bisogno di un giornale e l'unico modo per averlo era crearlo».
MARA VENIER E AURELIO MANCUSO BALLANO
IDA DOMINIJANNI
Nel primo numero articoli di Rino Genovese, Massimo Canevacci, Andrea Colombo, Marco Bascetta, Fabio Tarzia, Alberto Abruzzese, Lanfranco Caminiti, Paolo Di Paolo, Giorgio Cappozzo, Fabrizio Violante, Emiliano Ilardi, Laura Eduati, Mario Gamba, Luciano Lanna, Angela Azzaro, Francesco Macarone Palmieri, Miro Renzaglia, Viviana Gravano, Massimiliano Di Franca. Immagini di Paola Di Bello, con una sezione fotografica dedicata ad Emilio Isgrò.

Le "aperture" della prima sezione esaminano l'ideologia connessa ad alcuni temi specifici: società, famiglia, lavoro, emergenza, crisi... La seconda parte, "ricadute", contiene articoli sull'immaginario e le diverse sfere applicative dell'ideologia italiana: stampa, letteratura, web, cinema.

La terza indica alcuni nostri "posizionamenti": la questione di genere nelle sue derive moraliste, la destrutturazione dei luoghi comuni sull'uomo di destra e l'uomo di sinistra, le culture giovanili degli anni Duemila. Negli intermezzi, per prendere anche un po' respiro dalla forma saggio, ospitiamo una lunga intervista e un reportage.
GIANNI DEI MARA VENIER FRANCESCO MAIMONE Infine, una appendice di documenti che invita a rileggere in forma critica alcuni autori su cui sono state costruite in Italia impalcature di egemonia culturale o, viceversa, sono stati sferrati attacchi ideologici che li hanno messi al bando.

CASINI...


giovedì 24 maggio 2012

MICHELE AINIS...


Sì, è l'ora del 'via tutti'
di Michele Ainis


Non ci sono più dubbi: è in corso una ribellione contro i gruppi dirigenti che da vent'anni occupano le stesse poltrone. Perché il ricambio, in democrazia, non è un optional
(21 maggio 2012)
Federico Pizzarotti Federico PizzarottiPer una volta, tutti d'accordo: le amministrative hanno dato l'estrema unzione al sistema dei partiti, sicché alle prossime politiche suoneranno le campane a morto. A meno che i partiti non riescano a rimandare il funerale, recuperando crediti e consensi attraverso una sfilza di riforme, durante quest'ultimo scorcio della legislatura. A cominciare dall'autoriforma: leggi sul finanziamento pubblico, sulla democrazia interna dei partiti, sulle regole del gioco elettorale.

Giusto? No, sbagliato. Non è questa la prima domanda che pronunziano in coro gli italiani. E' una domanda più esigente, più inclemente: via tutti. Via i leader con la loro corte dei miracoli, via i gruppi dirigenti, via i parlamentari con cinque legislature sul groppone, via i funzionari stipendiati. Gli elettori non si ribellano ai partiti, bensì agli uomini di partito. Perché hanno trasformato la politica in una professione fin troppo redditizia. Perché in questi ultimi vent'anni hanno governato a turno, col risultato di sbatterci sul lastrico. E infine perché stanno sempre lì, inchiodati alla loro poltrona di broccato. Nella seconda Repubblica sono cambiate più volte le sigle dei partiti, ma le facce no, quelle sono rimaste sempre uguali.

Da qui il fresco successo dei grillini, che non dipende certo dal carisma del loro portavoce nazionale. Se fosse questo il punto, se bastasse un comico o un attore per ottenere il pieno nelle urne, allora alle prossime elezioni dovremmo assistere a una sfida tra Grillo e Celentano, con Fiorello a incarnare il terzo polo. E invece no, ci sarà sempre una destra contrapposta alla sinistra, ci saranno cattolici, socialisti, liberali. Ma vincerà chi saprà intercettare questa voglia di scegliere persone qualunque, normali, senza un passato politico alle spalle. E infatti, chi sono i grillini? Pizzarotti, che ha sbancato Parma, è project manager presso un istituto bancario. A Genova, Putti lavora come educatore in una cooperativa sociale. A Palermo si è candidato Nuti, analista di processi aziendali in una società di telecomunicazioni. Ad Alessandria correva Malerba, borsista alla Asl.

Insomma, una rivoluzione. Che promette di ghigliottinare se non le teste, le carriere. Quelle dei professionisti del potere, dei politici di lungo corso. Ovvio che non ci stia Gasparri, che Rutelli inarchi il sopracciglio, che D'Alema faccia vibrare il suo baffetto. Anche i più giovani, però, sono in imbarazzo.
E' nuovo Matteo Renzi, in politica dal 1996? Sono nuovi Citati e Serracchiani? E Alfano, l'enfant prodige del Pdl, parlamentare dal 2001? Eppure sotto questa furia iconoclasta c'è un'energia vivificante, la stessa che 25 secoli fa accese il fuoco della democrazia. Perché in democrazia si governa e si viene governati a turno, diceva Aristotele (Politica, 1317b). Dunque ogni ufficio pubblico elettivo è sempre temporaneo; non deve trasformarsi in un mestiere; e dopo averlo svolto, torni cittadino.

Faremmo molto male a definire "antipolitica" quest'istanza di rinnovamento, di ricambio d'uomini e d'idee. E' "superpolitica", piuttosto. Ma concepisce la politica come un servizio reso agli altri, come una parentesi nel proprio percorso esistenziale. E non è affatto vero che l'impegno politico reclami un'abilità speciale, come quella dell'ingegnere o del chirurgo. Semmai è vero l'opposto: meglio che siano gli inesperti a fare un paio di giri in Parlamento, dopo tutti i danni che ci hanno procurato i cosiddetti esperti. D'altronde questa stessa regola vale per Obama: due mandati e basta. Se in Italia ci fosse un altro Obama, potremmo concedergliene anche tre. Ma con la fauna politica da cui siamo assediati, un mandato è pure troppo.

michele.ainis@uniroma3.it

NEMICO SECONDARIO...IL PD DI BERSANI...


DI EUGENIO ORSO QUI


Ci sono sempre nella storia nemici principali e nemici secondari.

Ambedue si devono combattere, ma in determinate contingenze, prima di attaccare il nemico principale, è necessario “sgomberare il campo” dai nemici secondari, liberando spazi limitati (come quelli nazionali) per aggredire poi aree geopolitiche più vaste..
Ciò non significa che la lotta contro nemici di “rango” inferiore è tanto più agevole, e meno cruda, di quella che si svilupperà contro il nemico principale, ma è chiaro che si tratta di nemici più “prossimi” a noi, con maggiori punti deboli, e perciò attaccabili con maggiori speranze di successo.
Nell’Italia di oggi, paese occupato e soggetto al governo direttoriale euro-globalista affidato a Mario Monti, il nemico secondario locale, che si muove su un piano politico di sub-dominanza e supporta la dittatura globalista, è senza ombre di dubbio il Partito democratico.

Dopo l’inizio di una rapida dissoluzione del cosiddetto centro-destra, con la liquefazione del PdL “abbandonato” da Berlusconi ed il crollo dei consensi registrato dalla Lega, travolta con singolare tempismo dagli scandali, resta soltanto il Pd all’interno del sistema, con tutte le forze di contorno, in rappresentanza di una sinistra neoliberista, filo-globalista, antipopolare ed “antipopulista”, che dovrebbe neutralizzare ipotetiche proteste di massa (per ora soltanto temute), imbrogliando i dominati e supportando le politiche applicate da Monti.

Infatti, il puntello al momento più saldo del governo direttoriale globalista – non eletto, non richiesto, non amato – che sta saccheggiando l’Italia e uccidendo la popolazione (letteralmente, dati i continui suicidi per ragioni economiche), è rappresentato dalla B del terzetto politico ABC di sostegno all’esecutivo, e cioè da Pier Luigi Bersani.

Questo piccolo funambolo della politica degenere, che “parla come mangia” (ed evidentemente mangia molto male, nutrendosi di cibo-spazzatura), ha stretto un patto di sangue con il grande capitale finanziario e con la classe neodominante che lo controlla, o meglio, si è proposto come servitore politico, ed ha accettato, in qualità di kapò di quel grande campo di concentramento sperimentale che è diventata l’Italia, di supportarne fino in fondo gli interessi.

Bersani – rappresentante di una squallida camarilla politico-burocratica che si annida in parlamento, collocata a sinistra nell’emiciclo, dietro la quale non sembra che ci sia un vero e coeso blocco-sociale – ha rinnegato il paese, ha ripudiato la bandiera, ha supportato Napolitano, ha appoggiato Monti, ha contribuito a svendere gli ultimi scampoli di sovranità, di socialità, di patrimonio pubblico, permettendo che si calpesti la residua dignità nazionale, in cambio del mantenimento, per lui e i suoi, di una posizione di sub-potere e dei benefit che questa comporta.

La consorteria politica della sinistra, alimentata dalla corruzione materiale ed etica, preda del cinismo che ha fatto seguito alla fine della Grande Narrazione marxista – della quale già il PCI “eurocomunista” figlio della svolta berlingueriana, prima di essere soppresso nel febbraio del 1991, cercava di sbarazzarsi definitivamente – è composta di un coacervo di forze del tutto subalterne al neocapitalismo e al neoliberalismo, a partire dall’informe alleanza fra apostati del comunismo e catto-democristiani “di sinistra,” chiamata Pd, e dai comunisti individualistici postsovietici del SEL, completamente fagocitati negli immaginari capitalistici, fino ad arrivare ai patetici resti di formazioni che ancora, impropriamente, si chiamano comuniste, come Rifondazione e il PdCI.

Il tutto integrato dalla CGIL di Camusso e dalla Fiom apparentemente ribelle, che indicono scioperi “parafulmine” a protezione del sistema neoliberista, impedendo che le proteste dei lavoratori trovino uno sfogo concreto, pericoloso per il potere e per i sindacati stessi.


Bersani viene dal PCI del crepuscolo, già socialdemocratico, poi eurocomunista (conferenza di Berlino del 1976), filoamericano e filo-NATO, e in qualità di “politico di professione” ha attraversato, facendo carriera e diventando ministro, tutta la concatenazione trasformistica successiva, PDS-DS-Pd, a ribasso, anzi, a precipizio, per quanto riguarda la rappresentanza politica effettiva delle classi subalterne, la tutela dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori, la stessa legalità costituzionale (se mai si è veramente affermata, almeno per qualche anno, in Italia).

Bersani, burocrate trasformista e servo dell’Aristocrazia globale, prima comunista e poi liberista (autore, nel recente passato, di una “lenzuolata” di liberalizzazioni), non è un leader, non ha carisma, non esprime una linea politica chiara – infatti, il servile Pd non ha un programma, né è necessario che lo abbia, vista la sua funzione subalterna e di “ruota di scorta” del potere neocapitalista.

Bersani non è neppure un oratore apprezzabile, per quel che può contare, esprimendosi confusamente, non disdegnando discorsi ed espressioni da “bar sport”, pur di non dare l’impressione, davanti alle telecamere e ai microfoni, di usare il “politichese”.

La caduta del muro di Berlino, del 1989, non è stato soltanto un evento di grande portata storica, che ha aperto la strada al neoliberismo, alla globalizzazione e alla successiva caduta del “muro di Pechino”, con lo sdoganamento di un Golem neocapitalistico, cioè della potenza commerciale Cinese.

Un simile evento, dalle conseguenze socioeconomiche e geopolitiche epocali, qui, in Italia, in quella che oggi sta diventando periferia del sistema globale, ha rappresentato la fortuna per individui come Bersani (e D’Alema, e Veltroni, ed altri ancora), consentendogli finalmente di liquidare anche il ricordo del PCI, già edulcorato e interno al sistema della cosiddetta prima repubblica (arco costituzionale, unità nazionale, eurocomunismo), per riciclarsi e creare sulle sue rovine nuovi cartelli elettorali, di sostanza liberaldemocratica e liberista, adatti a servire la nuova classe dominante postborghese, razza padrona del ventunesimo secolo.

Consideriamo che se tutto fosse dipeso dal centro-destra, Lega compresa, anzi, soprattutto da quella Lega, oggi in rapido declino, che sapeva che con la fine del Cav. per lei sarebbe finita la “cuccagna”, Berlusconi sarebbe ancora lì dove si trovava fino al 16 novembre 2011, e per quanto sbilanciate verso alcuni gruppi sociali, per quanto raffazzonate ed elettoralistiche, le politiche attuate da un esecutivo berlusconiano non avrebbero potuto portare, in pochi mesi, alla drammatica situazione sociale che viviamo attualmente.

L’accelerazione delle politiche di de-emancipazione e il diffuso impoverimento si sono manifestati nel dopo Berlusconi, ed ora, a distanza di alcuni mesi dall’insediamento di Monti, cominciamo a sentirne in pieno gli effetti.

Queste ultime elezioni amministrative hanno dato inizio alla dissoluzione del PdL, hanno segnato il declino irreversibile della lega, ma hanno “graziato”, o colpito in misura minore, il Pd.

Per tale motivo Bersani ha potuto cantare vittoria “senza se e senza ma”, mentre l’esecutivo Monti-Napolitano da lui appoggiato e difeso a spada tratta, attraverso Fornero prepara il terreno per togliere il sussidio agli invalidi proprietari della loro casa, privandoli di assistenza e condannandoli così a morire di fame, e si lava le mani dei danni subiti dalle popolazioni dell’Emilia colpite dal terremoto, perché in seguito alla riforma della protezione civile, lo stato non ha più il dovere di ricostruire gli immobili distrutti o lesionati, e ci si deve arrangiare con assicurazioni private.

Ma a Bersani tutto ciò non importa, finge di non vedere o borbotta qualche assurdità, e non importa all’infame Pd, che esulta per la “vittoria” nei ballottaggi alle amministrative – elezioni concesse semplicemente perché non incidono sulle politiche strategiche nazionali – incurante delle astensioni e di un’affermazione della cosiddetta antipolitica (M5S a Parma con Pizzarotti sindaco), mentre i suoi giornali, come l’Unità, si occupano delle solite cose che interessano la politica minore, a partire dalla riforma elettorale.

Si procede truffaldinamente su due binari.

Sul primo binario, quello più importante, il direttorio globalista assegnato a Monti, voluto ed appoggiato fino alle estreme conseguenze dalla sinistra spergiura e truffatrice di Bersani, continua con l’applicazione del programma contenuto nella lettera del 5 agosto 2012, di Draghi e Trichet, all’allora esecutivo Berlusconi.

Sul secondo binario, si celebra il rito elettorale in “tono minore”, limitandolo ad una tornata amministrativa parziale, per legittimare i cartelli elettorali che sostengono Monti (a partire dal Pd), per eliminare gli indisciplinati (la Lega travolta dagli scandali esplosi al momento giusto) e per ricomporre in forma diversa il centro-destra, a partire dai pezzi di un PdL da sciogliere e dai rimasugli di un centro inesistente.

Il primo binario è una strada obbligata, tracciata dalle Aristocrazie finanziarie globaliste, e su questo viaggia il treno “blindato” di Monti-Napolitano, il secondo binario, invece, può riservare qualche limitata sorpresa, e serve a distrarre dalle grandi questioni politiche e sociali.

Così, si è avuta l’affermazione del M5S in qualche comune e una forte “diserzione” dell’elettorato nei ballottaggi (oltre il 48% non ha partecipato), riguardanti, se non erro, 4,5 milioni di “aventi diritto”e non certo l’intero corpo elettorale.

Ciò ha dato a Bersani, che oggi rappresenta il puntello più saldo dell’esecutivo Monti, l’occasione per cantare vittoria – con il conforto di Monti – alla Lega lo “sprone” per rinnovarsi (e per cessare una sia pur blanda opposizione in parlamento), e al cosiddetto centro-destra, ormai orfano di Berlusconi, la possibilità di ricomporsi in altra forma, magari mescolando Alfano e Casini, ma continuando ad appoggiare il direttorio globalista al potere.

E’ chiaro che da ora in poi, il nemico politico nazionale, che indubbiamente esiste ma è secondario – quello principale è rappresentato dall’Aristocrazia globale esterna – si identifica quasi per intero in quel infame centro-sinistra che sostiene Monti, supporta il genocidio sociale in atto, e va da Bersani a Vendola, dal Pd fino alla CGIL e alla Fiom “normalizzata”.

Queste forze ascare, corrispondenti ad altrettante strutture politiche e sindacali di sub-potere, lavorano incessantemente contro le masse pauperizzate e i ceti medi declassati, quindi partecipano, sia pur vigliaccamente, nascostamente, senza sporcarsi troppo le mani, alla demolizione dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori, al ridimensionamento della struttura produttiva nazionale, al trasferimento di risorse collettive nelle tasche dei “grandi prenditori” finanziari.

Nessuna di queste forze della sinistra degenerata e serva fa eccezione.

Niente di loro può essere salvato, nessuno dei “sinistri” capi-kapò può essere assolto, a partire proprio da Pier Luigi Bersani.

Eugenio Orso

VIAGGIA LUCA VIAGGIA...



ANCHE LUI IN POLITICA? ABBIAMO GIA' DATO...viaggia viaggia...

DAL BLOG DI BEPPE GRILLO...


"Questi l.... si sono messi tutti d'accordo. Hanno spacchettato la concussione in due reati distinti. Intanto la prescrizione diventa più breve, da 15 anni ad 8, poi si riduce la pena, da 4-12 anni a 3-8 anni. Risulterebbe quindi già prescritto (lo dice la Procura di Monza), il reato di concussione contestato a Filippo Penati per il caso delle aree Falk. Penati continuerebbe a rispondere di corruzione e finanziamento illecito ai partiti, ma non più di concussione. Notare che la concussione per induzione è l'unico reato per il quale è stata diminuita la pena e la prescrizione. Che non decorre da quando il reato è scoperto, ma da quando è stato commesso. L'Europa ci chiede di rivedere il sistema della prescrizione, ma B non vuole, perché perderebbe lo scudo della ex Cirielli. In questo modo il favore alla concussione fa saltare centinaia di processi. E voi del Pd state a inneggiare al Pd e vi accanite sugli insulti di Grillo? Perché questa legge non è un insulto a tutti gli Italiani? Com'è che il Pd questa bestemmia l'ha votata senza fiatare? E bravo Bersani! Non vero che sei 'quasi morto', anzi sei vivissimo per dare una mano ai ladri pubblici! E avanti così!" viviana v., Bologna

ANNA FINOCCHIARO SENZA VERGOGNA...



La presidente dei senatori Pd pizzicata da Chi dentro Ikea mentre si fa portare il carrello della spesa dagli uomini della scorta.

mercoledì 23 maggio 2012

BEPPE GRILLO



È sempre più estraniante guardare cicciobombi e labbra turgide, megafoni dei partiti nelle televisioni nazionali, nei telegiornali, nei talk show. Provocano un senso di piccole cose di pessimo gusto, richiamano il profumo di fiori marci, l'odore pungente dei cespugli di bosso lungo i vialetti dei cimiteri. Le sagome che si agitano dietro lo schermo con l'estrema vitalità che talvolta precede le ultime ore di vita rammentano il dodo, l'uccello estinto, o gli ultimi giapponesi che combattevano a guerra finita in qualche atollo del Pacifico dopo il 1945.
Il loro lavoro di portavoci e anfitrioni, finora, lo hanno svolto egregiamente, hanno trasformato personaggi come Lupi, Formigoni, Alfano, Veltroni, Alemanno, Fini in giganti della politica. Li hanno tenuti in vita. In caso di difficoltà sono puntualmente accorsi, premurosi come crocerossine, a portargli la flebo. I partiti ora muoiono, cadono come foglie d'autunno. I conduttori sono animali domestici (pappagalli?) dimenticati dal padrone dopo un trasloco. I loro studi, dove hanno manipolato per decenni l'opinione pubblica, sono spogli, tristi. I partiti vi inviano figure di secondo piano, per fare presenza. I conduttori sono costretti a intervistarsi tra di loro, a scambiarsi opinioni di cui non frega niente a nessuno. Santoro intervista Lerner. La Annunziata intervista Santoro. La Gruber intervista Mieli. Hanno inventato l'informazione a ciclo chiuso.
Il programma del MoVimento 5 Stelle per l'informazione li riguarda da vicino, gli offre una via di fuga, l'opportunità di cimentarsi in una vera professione, non è mai troppo tardi. Alcuni punti sulla televisione:
- nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l’azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10%
- le frequenze televisive vanno assegnate attraverso un’asta pubblica ogni cinque anni
- abolizione della legge del governo D’Alema che richiede un contributo dell’uno per cento sui ricavi agli assegnatari di frequenze televisive
- vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici
- un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale,indipendente dai partiti
- abolizione della legge Gasparri.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure. Ci vediamo in Parlamento.

STRAGE DI CAPACI...



A distanza di 20 anni siete sempre nel cuore degli italiani onesti.

DE BENEDETTI...



la morte politica dei democratici

De Benedetti al segretario
"Il Pd ha vinto? Balle"
L'Ingegnere rottama Bersani dopo il voto alle amministrative e lancia il listone civico che dovrà essere guidato da Roberto Saviano
Il segretario: "Abbiamo vinto, nessuno può dire il contrario". L'editore di Repubblica lo smentisce: "La sinistra cambi" FONTE: LIBERO

TARANTO...SINDACO ARMATO...ECOLOGICO...


Sara pure pacifista? si dice minacciato...ma puo' difendersi da solo anche se armato?

PEACE REPORTER...


Shah Marai (AFP/Getty Images)

Enrico Piovesana

Il neoeletto presidente francese François Hollande è andato a Chicago a comunicare agli americani e agli alleati della Nato che la Francia si chiama fuori dalla guerra in Afghanistan. “Una decisione già presa e non negoziabile”, ha chiarito il nuovo inquilino del’Eliseo.

Su ordine del nuovo ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian, i 3.400 soldati d’oltralpe hanno già cessato le operazioni di combattimento e stanno già iniziando a smobilitare, per tornare tutti a casa entro la fine dell’anno. Nelle aree di competenza del contingente francese subentrerà l’esercito afgano.

“Abbiamo fatto il nostro dovere e anche di più. La nostra missione di combattimento è terminata – ha spiegato Hollande – e il prossimo anno rimarranno in Afghanistan solo gli uomini indispensabili per l’addestramento delle forze di sicurezza afgane”.

Obama non ha battuto ciglio, e il presidente Karzai ha commentato l’annuncio del ritiro francese dicendo: “Non siamo pronti per questa evenienza, ma la giudichiamo come una buona decisione”.

Nessuna tragedia, quindi, ma un semplice “atto di sovranità” – come l’ha definito lo stesso Hollande – accettato da tutti come tale. Come era già avvenuto quando altri importanti membri della Nato hanno preso la stessa decisione: l’Olanda nel 2010 e il Canada nel 2011.

In Italia, invece, l’idea di ritirare anticipatamente dal fronte di guerra afgano i nostri 4.200 soldati (che ci costano oltre 2 milioni al giorno) rimane un tabù. I nostri governanti, politici e tecnici, soffrono di una strana sindrome da ‘sovranità autolimitata’: ritirarsi subito dall’Afghanistan? Impossibile, non possiamo – rispondono tutti.

“Non è assolutamente vero”, chiarisce a E – il Mensile il generale Fabio Mini, ex comandante della missione Nato in Kosovo. “La partecipazione alla missione Isaf non comporta nessun vincolo: ogni nazione ha la piena libertà di decidere se mandare truppe da combattimento, se mandare contingenti solo simbolici o anche solo offrire un sostegno finanziario”.

“Le modalità e i termini di partecipazione di un membro della Nato a una missione è del tutto negoziabile”, continua Mini. “Ogni iniziativa dell’Alleanza atlantica è frutto di compromessi tra le volontà politiche dei singoli Stati membri”.

“Rispetto alla volontà della potenza statunitense i francesi si sono sempre posti in maniera molto autonoma. L’Italia tende invece ad essere molto zelante nei confronti di Washington. Vista l’attitudine particolarmente filoamericana dell’attuale ministro della Difsa, non mi stupirebbe – conclude il generale – se avessimo segretamente offerto agli Stati Uniti di tappare i buchi che lasceranno i francesi”.

CITAZIONI DI MASSIMO D'ALEMA



Citazioni di Massimo D'Alema [Nel 1993]

Ah-ah! È impensabile che il dottor Berlusconi entri in politica. Deve occuparsi dei suoi debiti. Stia fermo, tanto prenderebbe pochi voti. Non siamo mica in Brasile! (citato in Le ultime parole famose, D.Repubblica.it, 24 maggio 2011)

Lo dico e lo ripeto: Amato è un bugiardo e un poveraccio. È uno che deve far di tutto per restare lì dov'è, sulla poltrona. Ma che devo fare? Devo dire vaffanculo? (da La Stampa dell'11 marzo 1993; citato in Marco Travaglio, Carta Canta – Proto-Vaffa Day, la Repubblica, 21 settembre 2007)

La Lega c'entra moltissimo con la sinistra, non è una bestemmia. Tra la Lega e la sinistra c'è forte contiguità sociale. Il maggior partito operaio del Nord è la Lega, piaccia o non piaccia. È una nostra costola, è stato il sintomo più evidente e robusto della crisi del nostro sistema politico e si esprime attraverso un anti-statalismo democratico e anche antifascista che non ha nulla a vedere con un blocco organico di destra ('Un conclave per la sinistra', la Repubblica, 1° novembre 1995)


[In visita alla sede di Mediaset] Non sono qui per rendere omaggio a Berlusconi, ma a un'azienda che è un patrimonio per il Paese. (citato in Paola Di Caro, D'Alema in Fininvest: non dovete temerci, Corriere della sera, 5 aprile 1996, p. 3)

La Lega è un partito razzista. I leghisti sono antifascisti, ma razzisti [...] una strana forma di lepenismo non fascista del Nord (D'Alema: Lega razzista, la Repubblica, 14 aprile 1998)

[Riferendosi a Gnutti, Colaninno e all'irresistibile ascesa dei "capitani coraggiosi"] Si tratta di un gruppo di imprenditori e di manager ben noti, che hanno fatto Infostrada e Omnitel. Forse stanno facendo il passo più lungo della gamba, ma questo sarà oggetto di valutazioni. Allo stato delle cose, consentitemi di apprezzarne il coraggio. (19 febbraio 1999; citato in Biondani Paolo, Gerevini Mario, Malagutti Vittorio, Capitalismo di rapina, p. 35)

Essere stato piduista vuol dire aver partecipato a un'organizzazione, a una setta segreta che tramava contro lo Stato, e questo è stato sancito dal Parlamento. Opinione che io condivido. (dal Corriere della sera, 8 marzo 2000)

Trovo sinceramente di pessimo gusto aver fatto quest'incontro a Teano. L'idea di trasformare una pagina di storia patria in una messa in scena con Maroni al posto di Garibaldi o di Vittorio Emanuele è un'offesa al nostro Paese. (da Polo-Lega, a Teano un «patto» per il Sud, Corriere della sera, 12 aprile 2000)

Questo autolesionismo è la conferma di ciò che penso da anni. La sinistra di per sé è un male. Soltanto l'esistenza della destra rende questo male sopportabile (dall'intervista a L'espresso, "Dall'Iraq alla fecondazione, dalla Gasparri alla Finanziaria, il Cavaliere ha fallito. E dopo le europee...", 19 dicembre 2003)

Io giro l'Italia e il tema drammatico che vedo emergere è la profonda sofferenza e la grande inquietudine della gente. Il Paese è pervaso da una passione triste. L'unico che si è dipinto un sorriso in faccia è il Cavaliere, ma lui com'è noto vive in un'altra dimensione che non ha niente a che vedere con la realtà. (dall'intervista di Massimo Giannini, D'Alema: "Conflitto d'interessi faremo la nuova legge", la Repubblica, 1° aprile 2006)

Io sono un uomo di sinistra ragionevole che cerca di impegnarsi per il bene del Paese. (dall'intervista di Marco Cianca, «II premier fermi la strategia della tensione. Sì al dialogo sul presidente della Repubblica», Corriere della sera, 14 aprile 2006, p. 9)

[Commentando la crisi di governo della sinistra nel febbraio 2007] È un disastro, mi perdo la Roma in Champion's League... (citato in Massimo Giannini, L'amarezza di D'Alema "Cosa volevano di più?", la Repubblica, 22 febbraio 2007)

Berlusconi ha buon gioco, perché veniamo da un periodo di vuoto d'autorità. (citato in Corriere della sera, 25 maggio 2008)

Nichi Vendola è l' unico in grado di rilanciare un'idea di sinistra in chiave moderna, gli altri mi sembrano troppo disorientati. (citato in Corriere della sera, 25 maggio 2008)
Siamo tutti d' accordo sul superamento delle alleanze come ammucchiate di tutti contro qualcuno, il che non vuol dire isolamento. Ora si tratta di farle sulla condivisione dei programmi. (citato in Corriere della sera, 25 maggio 2008)

È da temersi che la Chiesa ceda alla tentazione del potere e che il peso politico dei cattolici si indirizzi da una parte per ottenere in cambio la tutela giuridica di principi e valori, come aborto o fecondazione, perché diventino leggi imposte a tutti colpendo la laicità dello Stato. (citato in Corriere della sera, 26 maggio 2008)

La tentazione del potere è demoniaca e sempre, nella storia della Chiesa, è stata all' origine di misfatti, di cui Giovanni Paolo II ha dovuto chiedere perdono. (citato in Corriere della sera, 26 maggio 2008)

L'altro giorno in parlamento ci siamo dovuti battere per difendere i diritti dei disabili gravi ad avere un'assistenza degna di questo nome. E ci siamo sentiti rispondere da parte di quell'energumeno tascabile che è il ministro Brunetta che ci sono degli abusi. Ma se ci sono degli abusi bisogna colpirli senza cancellare i diritti. Con la sua virulenta campagna contro tutto ciò che è pubblico, Brunetta rischia di colpire beni pubblici essenziali e di fare di tutta l'erba un fascio. (citato in corriere.it, 21 ottobre 2008)

Una delle ragioni per le quali io posso risultare ostico persino ad una parte dell'elettorato di sinistra è che io faccio sempre politica, anche in campagna elettorale. (dall'intervista a Repubblica Radio Tv [1], 27 maggio 2009)
I giornali italiani non sono tanto dannosi quanto irrilevanti. [...] Il confronto con i giornali stranieri è umiliante. Quelli si occupano di cose serie mentre da noi si stampano solo cazzate. [...] Provo ripugnanza per questo modo di fare giornalismo. (da Magazine, 4 giugno 2009)

[La dichiarazione del 1995 sulla Lega come partito di sinistra] era un'analisi giustissima. Adesso che gli operai votano Lega lo dicono tutti, io l'ho detto 15 anni fa (Il ritorno di Spezzaferro, 2009)

Noi abbiamo una forma democratica della leadership: i leader possono cambiare. Mentre la destra italiana da sedici anni è sotto il comando imperituro di Berlusconi. Però vorrei fare osservare che è la loro l'anomalia, non la nostra. Perché Berlusconi, che ha perduto per due volte le elezioni, nel '96 e nel 2006, tuttavia è rimasto a capo della destra, cosa che non avviene in nessun paese democratico. E perché Berlusconi, malgrado che abbia perduto per due volte le elezioni, Berlusconi è rimasto, ormai per quasi vent'anni, a capo della destra? Perché lui ne è il proprietario, non il leader. E quindi questo è un concetto del tutto diverso. Ora, se si pensa che anche il centrosinistra debba avere un proprietario, ci si sbaglia. Siamo un'associazione libera. (dall'intervista a RaiNews24, 5 agosto 2010)

intervista al Corriere della sera, 5 settembre 2009
Bersani è un leader autorevole, determinato a costruire un partito e un gruppo dirigente, dopo che si è pensato troppo a lungo che bastasse demolire ciò che c'era per costruire il nuovo.
Bersani è un uomo di governo capace ed è sempre stato fuori dai conflitti personali all'interno del centrosinistra. Lui è di gran lunga la persona più adatta a guidarci in questa fase di ricostruzione del partito, dopo il periodo confuso che ha caratterizzato l'avvio del PD.
Con Bersani nel partito ci sarà finalmente la pace. QUI