Elenco blog personale

domenica 8 luglio 2012

ANGELO PANEBIANCO...UNA VERITA'


L'INCONTENIBILE PARTITO DELLA SPESA
I resistenti trasversali

È arrivata l'ora della verità. Adesso che il governo cerca di mettere mano ai tagli alla spesa pubblica, il Paese reale si ribella, mette in campo tutta la potenza di cui è capace. Possiamo così comprendere perché di «rivoluzioni liberali» in Italia si possa solo parlare senza mai farle. Il governo Monti si scontra ora con veti potentissimi. Sono davvero tanti e forti coloro che lavorano perché l'ambiziosa e meritoria operazione di spending review messa in piedi dal governo fallisca il bersaglio. Sarà già molto se i risparmi previsti consentiranno di rinviare l'aumento dell'Iva.

I tagli veri e radicali alla spesa pubblica (cresciuta di quasi duecento miliardi nell'ultimo decennio), quelli di cui ci sarebbe bisogno per abbassare la pressione fiscale e fare ripartire lo sviluppo, restano un obiettivo incerto e lontano.

Perché in Italia è sempre possibile aumentare le tasse mentre non è possibile incidere davvero sul sistema pubblico, imporgli una vera cura dimagrante? Perché, quando si tratta di accrescere la pressione fiscale, lo si può fare senza quasi incontrare resistenze (è facile come affondare un coltello nel burro) mentre se si tratta di contrarre la spesa le resistenze diventano formidabili, si finisce per dare testate contro una spessa lastra d'acciaio? Il motivo è che i contribuenti, pur essendo tanti, sono disorganizzati, non hanno difesa. Invece, coloro che vivono di spesa pubblica sono organizzati e possono attivare difese potentissime. Le ragioni dei disorganizzati non hanno alcuna chance nel conflitto con gli organizzati.

C'è una specie di triangolo di ferro (della morte?) a guardia del sistema fondato su alte tasse e alta spesa: è composto dalla infrastruttura amministrativa (la burocrazia dei ministeri, degli enti parastatali e locali, le magistrature, amministrative e non), dal sindacalismo del pubblico impiego e dalle tante lobby che campano di spesa pubblica. I partiti politici ne sono i complici. In parte ne subiscono il ricatto, in parte sguazzano nello stesso stagno: se la spesa pubblica venisse ridotta e razionalizzata, dovrebbero dire addio a un bel po' di clientele. Pensate a cosa accadrebbe nei mercati elettorali locali se venissero abolite le Province con annessi e connessi o unificati i Comuni al di sotto dei cinquemila abitanti o posto mano a una riforma della sanità all'insegna della efficienza.

Chi però giudica solo i partiti come responsabili non si avvede di quanto sia forte, ramificato e organizzato il blocco di potere a guardia della spesa pubblica. Così forte e ramificato da avere i suoi santi protettori anche dentro il governo Monti (dove infatti c'è conflitto fra l'ala liberale e l'ala statalista).

Va notato che i movimenti di protesta che sorgono periodicamente possono anche inveire contro le tasse ma non propongono di ridurre la spesa (anzi, in genere, vogliono aumentarla). Persino la Lega, che agli esordi aveva impugnato la bandiera della rivolta fiscale, in seguito si mise a difendere tutto ciò che era «pubblico» e spesa pubblica nelle regioni del Nord.

Resta solo il «vincolo esterno» europeo: secondo alcuni, solo l'Unione Europea potrebbe domani avere la forza per indebolire il trasversale partito italiano della spesa pubblica e per imporci una seria riduzione delle tasse. Nonostante i dubbi, è forse l'unica speranza.

Angelo Panebianco

Nessun commento:

Posta un commento