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mercoledì 19 settembre 2012

BEPPE GRILLO...


Questa denuncia di Federico Tulli sugli abusi a dei minori sordomuti non è uno scoop. I fatti sono già stati oggetto di numerose lettere ai giornali, al Vaticano e persino citati in una proposta parlamentare di Maurizio Turco, Farina Coscioni e altri il 15 dicembre del 2010. Sulla vicenda c'è però un silenzio irreale, tranne pochissime eccezioni come l'Espresso. Dopo aver letto l'articolo sono rabbrividito. Non ho parole. Questi orrori non devono più succedere.
Testo di Federico Tulli, giornalista
"Masturbazioni, sodomizzazioni, rapporti orali forzosi. Tra le mura dell’Istituto religioso per bambini e bambine sordomuti “Antonio Provolo” di Verona, dagli anni Cinquanta fino al 1984 si è consumata una agghiacciante vicenda criminale ai danni di circa 40 giovani ospiti, di cui ancora oggi troppo poco si parla. Fondato nel 1830 da don Antonio Provolo, l'istituto è stato considerato per decenni tra i più rinomati centri a livello internazionale nel campo dell'educazione scolastica per minori sordomuti. Una fama crollata miseramente nel giro di qualche anno quando a poco a poco la forza vitale delle vittime è riuscita ad aprire delle crepe sempre più ampie nel muro dell'omertà dietro cui la Curia veronese ha tentato di celare gli abusi compiuti nei loro confronti da alcuni sacerdoti e fratelli laici dipendenti dell'Istituto. Dopo aver tentato per anni, inutilmente, di ottenere ascolto prima ancora che giustizia dalla diocesi locale, in particolare dal vescovo Giuseppe Carraro (deceduto nel 1981), e cozzando contro la prescrizione del reato stabilita dalla legge sia italiana che vaticana, una quindicina di vittime più forti psicologicamente, ha deciso di cambiare strategia e denunciare pubblicamente la vicenda sui media nazionali. Era l'inizio del 2009 e la loro storia ebbe anche un discreto risalto. È dovuto però passare ancora un anno prima che il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, si decidesse ad accogliere una delegazione degli ex studenti abusati. Una scelta obbligata, quasi sofferta quella di Zenti, maturata sulla scia delle nuove indicazioni che giungevano dalla Santa Sede. Si era infatti nel pieno dell'onda lunga di indignazione popolare montata durante la prima metà del 2010 in seguito all'impressionante serie di scandali pedofili che via via venivano alla luce dagli istituti religiosi cattolici di mezza Europa, isole comprese. Dopo infinite trattative col vescovo, le vittime ottennero - per la prima e unica volta in Italia - l'istituzione di una commissione curiale presieduta da un laico, che accertasse la veridicità delle loro denunce. La commissione, incaricata dal Vaticano e guidata dall’ex presidente del Tribunale di Verona, Mario Sannite, ha finito il proprio lavoro a febbraio 2011, dopo aver raccolto e videoregistrato le testimonianze sia delle vittime che di sacerdoti e fratelli laici presenti nell’Istituto all’epoca dei fatti contestati. È passato un anno e mezzo, che ne è dei risultati di quella inchiesta? Ancora oggi le vittime, riunite nell'associazione sordi Provolo, attendono di conoscere le conclusioni come convenuto con le autorità vaticane. Di certo si sa che la documentazione fu consegnata dopo pochi mesi a monsignor Giampietro Mazzoni, il magistrato del Tribunale ecclesiastico della diocesi di Verona. Ma nessuno dei testimoni è stato informato o ha ricevuto una copia della sua audizione. Eppure qualcosa è già trapelato e ha del clamoroso. Intervistato a Matrix su Canale 5 il 24 maggio 2011, il presidente Sannite, dichiarò che «almeno tre, tra sacerdoti e fratelli laici, hanno ammesso gli abusi». Da allora più nulla. Non un cenno, non una comunicazione. Niente. Un'omertà totale da parte di Mazzoni che nemmeno i proverbiali tempi biblici della Chiesa possono ormai più giustificare.

Testimonianze
«Guarda là! Quella finestra, che s’affaccia verso il cortile interno, un po’ stretta ma alta con un muro divisorio dove ci sono i gabinetti … non lo vedi all’interno lo sciacquone?» «Si è lì, e allora?». «È lì che dopo essere stato violentato ...da quel prete mi sono recato per lavarmi…». Questa testimonianza è stata inviata a chi scrive da uno degli ex allievi del Provolo, il quale mi chiede di citarlo con lo pseudonimo Balla coi lupi. È stata raccolta durante la Giornata della memoria che ogni anno si organizza a Verona il 30 giugno. La vittima si chiama Gianni Bosoli e si trova insieme a Balla coi lupi in via Rosmini, sede dell’Istituto. «Più sopra, vedi di nuovo quella finestra rotonda, con le inferriate?». «Si certo…» «Spesso “Lui” mi portava lì, mi chiudeva a chiave e mi costringeva a spogliarmi e dal di dietro mi violentava con foga…mi masturbava …mi sodomizzava con violenza…». «Ma com’è possibile? Tu non urlavi d’aiuto? Non riuscivi a scappare?» «Niente affatto, avevo paura anche di raccontare ai miei famigliari, anche se sono scappato per due volte dal collegio…». «E i genitori mi avevano riportato indietro e loro continuavano ad abusarmi di nuovo più ferocemente…». «Provengo da una famiglia povera come i miei compagni ed ex allievi, per cui di convenienza ci internavano lì…». Con lui, mi spiega Balla coi lupi, «ci capivamo abbastanza e per chiarire meglio ripetevo le domande fino alla noia». E Gianni «rispondeva sempre bene perché non sempre i nostri gesti tra sordi coincidono come i dialetti fra lombardi e veneti». «Guarda di nuovo al secondo piano quell’ampia finestra. Lì – dice Bosoli - c’è il lungo corridoio… Mentre i miei compagni si allontanavano e scendevano le scale per recarsi in cortile per la solita ricreazione… “Lui” mi tratteneva, aveva dei ribollii in faccia… e mi portava di forza lassù fino all’abbaino, una specie di solaio…mi ci richiudeva di nuovo e come altre volte mi abusava ma più forte e più intensamente con tanto tempo a disposizione …». «Sono stato abusato da 16 persone fra sacerdoti, fratelli laici e mi avevano portato perfino nelle stanze del vescovo…..dove quello mi aveva abusato…. Ricordo che mi aveva regalato un paio di scarpe porporate…». Ma sono passati tanti anni, gli risponde la mia “fonte”. «Macché, quelli sono ancora lì e vivono indisturbati grazie ai continui insabbiamenti dalla curia. Mentre io sono stato abusato da quando avevo nove anni fino ai quindici».

Non è ancora dato di conoscere i risultati della commissione curiale sul Provolo, ma testimonianze come quella di Bosoli, tutte in grado di descrivere dettagliatamente la stanza del vescovo, hanno provocato nel 2011 il blocco della procedura di beatificazione di Giuseppe Carraro, il vescovo di Verona al tempo dei crimini." Federico Tulli, giornalista, autore nel 2010 del saggio “Chiesa e pedofilia” edito da L'Asino d'Oro

Proposta di legge di Maurizio Turco per l'istituzione della Giornata della memoria
Lettera al Papa, a Bertone e Bagnasco in cui le vittime del Provolo chiedono la sconsacrazione dei luoghi in cui sono avvenute le violenze
Lettera ai principali quotidiani locali e nazionali

Chiesa e pedofilia. di Federico TulliUn'approfondita inchiesta su un crimine che attraversa indisturbato 20 secoli di storia, un'originale indagine sul pensiero all'origine della violenza nei confronti dei bambini.

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