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sabato 27 ottobre 2012

SANTORO - FINI

E Santoro diventa lo zerbino di Fini. Lo ha in pugno ma lo grazia

 
Quando, in nome della solidarietà anti- berlusconiana, si evita di dare il colpo di grazia sugli scandali politico -finanziari, muore la tv moralizzatrice. Non è un accordo fra gentiluomini e non è nemmeno un esempio di giornalismo con la schiena diritta, quando si gira intorno alle domande scomode per gli ospiti. Certo, essere invitati in studio da Michele Santoro per la prima puntata di Servizio pubblico rappresentava un onore tanto per il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, quanto per il sindaco di Firenze Matteo Renzi, candidato alla primarie del Pd, e anche per l’ imprenditore Diego Della Valle. Che poi l’ argomento principale della serata fosse “Ladri di Stato” magari sarebbe stata un’ ottima occasione di riflessione e di approfondimento. Per coincidenza è in arrivo una nuova rivelazione del settimanale L’ Espresso sull’ appartamento di Montecarlo. Si stringe il cerchio intorno al leader di Futuro e Liberty, alla sua cerchia familiare, agli intrallazzi societari caraibici. Più che un’ intervista, si addice un interrogatorio con tanto di lampada puntata sugli occhi per chiarire i tanti misteri ancora irrisolti sulla transazione a favore dell’ immobiliarista James Walfenzao, tramite una società off -shore di Santa Lucia. Rimane ancora da capire perché mai Giancarlo Tulliani, “cognato” di Fini, avesse costituito una sua società nello stesso paradiso fiscale, con tanto di conto corrente bancario, prima di perfezionare l’ acquisto dell’ immobile di Montecarlo. Che tutto fosse avvenuto all’ oscuro del parente acquisito è un’ ipotesi. Che non spiega, però, se Tulliani avesse o no la disponibilità dell’ eredità ricevuta da Alleanza Nazionale. Inoltre, ultimamente sono emerse anche le tracce documentali dei rapporti, attraverso la società di giochi d’ azzardo Atlantis, fra Walfenzao, il latitante Francesco Corallo e il parlamentare Amedeo Laboccetta, ex di An. Non si trattava di un giro di conoscenze che risaliva alla famiglia Tulliani, ma semmai all’ entourage politico dell’ ex leader di An. Che però sul punto tiene la bocca ben cucita e si trincera nella propria sfera privata. E non sembra minimamente apprestarsi al passo indietro, sebbene ormai sia un’ anatra zoppa come usa dire negli Stati Uniti di un candidato con troppi scheletri nell’ armadio. Sarebbe sufficiente a suggerirglielo anche soltanto l’ ombra del sospetto su cui indagano i magistrati riguardo a un’ operazione di riciclaggio legata alle subconcessioni che il gruppo di Corallo avrebbe dato ad aziende della criminalità organizzata appartenenti a Giulio Giuseppe Lampada, proprio il capo della cosca che sta travolgendo la classe politica in Lombardia. Eppure Fini ne esce indenne, sentenziando di avere «la coscienza a posto» perché, nei suoi confronti, «condanne zero, rinvii a giudizio zero, avvisi di garanzia zero ». Al timido appello di Santoro «alla sua coscienza morale », il presidente della Camera risponde tranquillo che si tratta di «una questione personale ». Il tele- tribuno si aspettava di più, lo ammette. Ma non affonda il colpo. Marco Travaglio osserva tacendo, come il cartello che campeggia in studio: Cave canem. Tanto hanno messo la museruola a lui tanto quanto al conduttore che si è tenuto accuratamente alla larga dalle domande fatidiche, senza porne nemmeno una. Macché servizio pubblico. Tutt’ al più quello di ieri sera su La7 era un pessimo servizietto privato.
(da Libero)
Gianfranco Fini
Gianfranco Fini

2 commenti:

  1. Se ricordo bene l'appartamento era stato comprato a prezzo di mercato, attestato da una perizia. Se questo fosse vero non ci sarebbe alcuno scandalo

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  2. Non è cosi, sotto sotto c'è una serie di magheggi vergognosi.
    Storace ha fatto causa a Fini...vedremo come finira'.

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