Elenco blog personale

venerdì 29 settembre 2017

SVIZZERA SIGARETTE ALLA MARIJUANA LIGHT - DROGA

Nuovo passo nell’ormai strutturato business della canapa legale, la cosiddetta “marijuana light”, in Svizzera. Sono arrivate in commercio anche le sigarette già rollate, in pacchetti del tutto analoghi a quelle ricavate dal tabacco, e sono in commercio in tutta la Svizzera, per ora in esclusiva nei supermercati Coop.
Si chiamano Heimat, e sono prodotte dalla ditta di tabacco elvetica “Heimat, Tabak & Hanf”. Un pacco da 20 sigarette contiene 4 grammi di canapa, con livelli di Thc legali (< 1%) e livelli di Cbd superiori al 20%. Sigarette quindi non psicoattive, ma che promettono di essere rilassanti grazie alla forte concentrazione di cannabidiolo.
A differenza di altri prodotti a base di cannabis light le sigarette Heimat non sono composte di sola canapa, ma mescolate ad una parte di tabacco. Il prezzo di vendita è 19,90 franchi al pacco (circa 18 euro), un prezzo più che doppio rispetto ai normali pacchetti di sigarette, che in Svizzera costano in media 8 franchi.
La vendita, come detto, è cominciata dai supermercati Coop, che hanno ricevuto un regolare permesso alla distribuzione da parte del governo elvetico. Tuttavia dopo pochi giorni la canapa legale è stata sequestrata dalla polizia nel Canton Ticino, quello di lingua italiana. Ciò è dovuto alla particolare legge del governo locale di Lugano, che necessita di una ulteriore licenza rilasciata dal ” Servizio armi, esplosivi e sicurezza privata” (sic!). Ma questo permesso non è stato concesso.
Per ora quindi i pacchetti di canapa Heimat rimangono in vendita regolarmente negli altri cantoni, mentre dal 24 luglio dovrebbe iniziare la vendita ufficiale e non più in esclusiva nei soli supermercati Coop, che prevederà anche l’apertura di chioschi appositi per la vendita al dettaglio.

MASSIMO BARRA

La storica firma: Villa Maraini diventa Agenzia della CRI per le tossicodipendenze

 
 
Da oggi la Fondazione Villa Maraini Onlus è ufficialmente Agenzia nazionale della Croce Rossa Italiana per il contrasto alla tossicodipendenza e Reference Center della Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa in tema di droghe
 
 
Da oggi la Fondazione Villa Maraini Onlus è ufficialmente Agenzia nazionale della Croce Rossa Italiana per il contrasto alla tossicodipendenza e Reference Center della Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa in tema di droghe.

La storica firma al rinnovato Statuto di Villa Maraini, che ratifica questo nuovo inizio, è stata posta di fronte a un notaio nel corso di un incontro che ha visto i rappresentanti della Fondazione e della Croce Rossa Italiana festeggiare questo traguardo, raggiunto dopo 41 anni di incessante attività: dal 1976 a oggi, infatti, sono state circa 40mila le persone tossicodipendenti aiutate e supportate nel difficile percorso di riabilitazione. Una firma che consente a Villa Maraini di vedere riconosciuto il proprio ruolo di soggetto leader nella diffusione di buone pratiche e politiche umanitarie “in un settore che – ha dichiarato il fondatore Massimo Barra – ancora adesso è oggetto di discriminazione o, addirittura, di negazione. Quello di oggi – ha spiegato – è un punto di arrivo e allo stesso tempo un punto di partenza: Villa Maraini torna nella sua ‘casa madre’ passando dalla porta principale. Insieme alla Croce Rossa faremo grandi cose”. Grande soddisfazione espressa anche dal Direttore della Fondazione, Ettore Rossi, e dai membri del Consiglio d’amministrazione.
 
 
Quello di oggi – ha dichiarato il fondatore di Villa Maraini Massimo Barra – è un punto di arrivo e allo stesso tempo un punto di partenza: Villa Maraini torna nella sua ‘casa madre’ passando dalla porta principale. Insieme alla Croce Rossa faremo grandi cose
il Segretario Generale CRI Flavio Ronzi ha parlato di “momento storico, che giunge alla conclusione di un percorso durato anni.
 
 
 
 
 
A siglare il documento, il Presidente della Fondazione Gabriele Mori: “Questa storica unione genera anche una grande responsabilità, che ci assumiamo con entusiasmo"
Per il Presidente della Croce Rossa del Lazio, Adriano De Nardis: “Modificare lo Statuto di Villa Maraini significa riqualificare e innalzare il livello dei nostri interventi di contrasto alle tossicodipendenze"
 
 
 
Nel portare i saluti del Presidente Nazionale della Croce Rossa Francesco Rocca, il Segretario Generale CRIFlavio Ronzi ha parlato di “momento storico, che giunge alla conclusione di un percorso durato anni. Era più che mai necessario che Villa Maraini fosse riconosciuta come agenzia della Croce Rossa Italiana: un sistema che consentirà di godere della dimensione internazionale in cui la CRI è inserita e a cui la Fondazione saprà dare un importante contributo. Il mio grazie va ai consigli d’amministrazione di Villa Maraini e della Croce Rossa Italiana, che hanno fortemente creduto in questo progetto”.

A siglare il documento, il Presidente della Fondazione Gabriele Mori: “Di fatto, Villa Maraini e Croce Rossa Italiana non sono più due realtà differenti – ha detto – ma una struttura che lavora in sinergia in un settore delicato come quello delle tossicodipendenze. Questa storica unione genera anche una grande responsabilità, che ci assumiamo con entusiasmo. Insieme, saremo in grado di offrire più servizi e di accrescere il nostro prestigio e la nostra presenza a livello internazionale”.
 
 
Un raggiunto dopo 41 anni di incessante attività
dal 1976 a oggi, infatti, sono state circa 40mila le persone tossicodipendenti aiutate e supportate nel difficile percorso di riabilitazione.
 
 
 
Una firma che consente a Villa Maraini di vedere riconosciuto il proprio ruolo di soggetto leader nella diffusione di buone pratiche e politiche umanitarie
 
 
in un settore che ancora adesso è oggetto di discriminazione o, addirittura, di negazione
Grande soddisfazione espressa anche dal Direttore della Fondazione, Ettore Rossi, e dai membri del Consiglio d’amministrazione.
 
 
 
Gli fa eco il Presidente della Croce Rossa del Lazio, Adriano De Nardis: “Siamo testimoni di un passaggio epocale. Dopo tanti anni, modificare lo Statuto di Villa Maraini significa riqualificare e innalzare il livello dei nostri interventi di contrasto alle tossicodipendenze. Sin da subito, CRI e la Fondazione potranno agire in maniera più incisiva ed efficiente per affrontare e superare le sfide del futuro”.
 
 

MASSIMO BARRA

LA BUFALA DELLA “CANNABIS LIGHT” di Federico Cenci - Ago 7, 2017 Roma, zona Tiburtina. Un giovane entra in un portone e dopo una manciata di minuti esce con un sacchetto di cannabis tra le mani. Si potrebbe pensare che sia andato a rifornirsi da qualche spacciatore, magari all’interno di un centro sociale o di uno stabile occupato. Ma non è così. Il luogo dove ha acquistato la sostanza è un negozio regolare. Dal maggio scorso, infatti, acquistare cannabis in Italia non è più tabù. Ecco allora che nella capitale ha aperto una filiale della neonata start up che vende quella che viene definita “canapa light”, in pratica una marijuana con un principio attivo più basso. Quest’ultimo aspetto renderebbe la sostanza legale, perché il contenuto di thc (o delta-9- tetraidrocannabinolo) sarebbe inferiore allo 0,6 per cento, il limite consentito dalla legge. Stando a quanto riportano alcuni organi d’informazione, a due mesi dal lancio la “cannabis light” è già diventata un fenomeno di mercato. Ricalcando un business consolidato in altri Paesi come la Svizzera, la start up sta facendo fiorire non solo le coltivazioni di erba, ma anche i propri guadagni. E sta inoltre risollevando il dibattito sulla legalizzazione, proprio mentre il progetto di rendere la cannabis legale è stato momentaneamente affossato alla Camera. Di legalizzazione della droga e di “cannabis light” In Terris ne ha parlato con Massimo Barra. Fondatore nel 1976 della comunità di recupero Villa Maraini ed esponente di spicco della Croce Rossa Italiana e Internazionale, è stato tra i primi medici in Italia a prendersi cura dei tossicodipendenti. Dott. Barra, la inferiore presenza di thc rende davvero innocuo il consumo di canapa? Mi sembra una sottigliezza tecnica, una questione da “piccolo chimico”. Bisogna piuttosto chiedersi se la canapa con il thc inferiore produca o meno un effetto su chi la consuma. Se viene consumata, debbo presumere che abbia un effetto psicoattivo. Proprio questo il punto. I fautori della “canapa light” sostengono che non produca effetti psicoattivi… E allora quale sarebbe l’interesse del consumatore? Si parla di effetti rilassanti e ansiolitici… Fino a prova contraria, questi effetti traggono sempre origine dal sistema nervoso, pertanto restiamo nel campo delle sostanze stupefacenti, che alterano lo stato di coscienza. Lo ribadisco in romano, sperando di essere ancora più chiaro: se la gente la consuma, è perché je piace. E se je piace, è perché c’è l’effetto psicoattivo, qualunque esso sia: rilassante, immunizzante, ansiolitico… Possiamo chiamarla “light” o in qualunque altro modo, sempre di droga si tratta. Per altro la presenza di thc aumenta quando l’erba viene riscaldata e dunque quando la si fuma? Certo, la combustione modifica la potenza del principio attivo. Ma va detto inoltre che nella canapa non c’è soltanto il thc, ci sono decine di altre sostanze, e che per avere un quadro chimico completo è necessario considerare la composizione in modo preciso. Io ritengo comunque che questi siano dettagli. Se la cannabis, “light” o meno che sia, non rendesse “fatti”, non verrebbe consumata. L’azienda che la produce assicura che acquistare “cannabis light” non sia illegale. È davvero così? Anche il legislatore può giocare al “piccolo chimico”, ma il punto principale non cambia: la sostanza fa male, a prescindere che sia legale o illegale. Disquisire intorno al limite dello 0,6 per cento di thc è irrilevante. È estremamente pericoloso tutto ciò che attenta al sistema nervoso centrale, che è la parte più raffinata e differenziata del corpo, nonché la più delicata. Uno dei fondatori di una neonata start up della canapa ha dichiarato a La Repubblica che l’azienda “più che un obiettivo commerciale, ha una missione sociale: mostriamo come potrebbe essere la legalizzazione”. C’è dunque un tentativo di normalizzare il consumo della droga? È evidente! Ci sono interessi economici dietro quella che definirei una “infiorettatura” della droga per renderla più appetibile. Rimbecillire la gente incoraggiandola a consumare droga non è una forma di progresso, ma di regresso. Guardi, a Villa Maraini ci confrontiamo quotidianamente con centinaia di persone che sono vittime del consumo di droga. Posso dirle che la cannabis è un prodotto rivolto a una platea molto estesa di giovani, e che da questa platea uscirà il maggior numero dei futuri tossicomani di domani. A proposito di legalizzazione, due argomenti di chi è favorevole sono le seguenti: porterebbe ricavi all’erario e toglierebbe una fetta di mercato alla criminalità organizzata… Da medico, mi interessa poco se a lucrarci siano la mafia o l’erario. Ciò di cui mi occupo sono gli effetti dannosi sulla salute dei singoli consumatori. E comunque, mi lasci dire che per lo Stato si tratterebbe del guadagno di Maria calzetta. In che senso? Quando si vendono le droghe, la remissione è certa! Se si diffonde la droga, aumenta il numero di dipendenti e di tossicomani. E se essi aumentano, crescono le spese per lo Stato. Non ostacolare la diffusione di qualcosa di dannoso per la salute dei cittadini porta inevitabilmente a un risultato finale negativo. Prima ha accennato agli interessi economici. Come spiega il fatto che i maggiori sponsor della legalizzazione della cannabis siano magnati della finanza, su tutti George Soros? Non me lo spiego, forse perché non me lo voglio spiegare. Ciò che so è che Soros finanzia pure programmi di “riduzione dei danni” delle sostanze stupefacenti. Che tipo di interessi ci siano dietro certe manovre non mi è dato saperlo. Quello che penso è che i grandi flussi di denaro siano tutti di dubbia provenienza. http://www.interris.it/2017/08/07/124640/posizione-in-primo-piano/schiaffog/la-bufala-della-cannabis-light.html 

giovedì 21 settembre 2017

COME DON CHISCIOTTE


Lettera ai miei amici americani


DI  THE SAKER
Introduzione del Saker: durante l’evacuazione dalla Florida dovuta all’uragano, ho avuto il piacere di vedere alcuni buoni amici (emigrati russi bianchi ed ebrei americani che adesso si considerano americani e che aderiscono completamente alla propaganda ufficiale sugli USA) che pensano sinceramente di essere liberali, progressisti ed anti-imperialisti. Si tratta di persone gentili, dignitose e sincere, ma nel corso dei nostri incontri hanno fatto un certo numero di affermazioni che contraddicevano completamente le idee che professavano. Dopo aver scritto loro questa lettera, mi sono reso conto che avrebbero potuto esserci altre persone che, come me, stanno disperatamente cercando di aprire gli occhi delle brave, ma del tutto fuorviate, persone riguardo alla reale essenza dell’Impero. Condivido questa lettera nella speranza che possa offrire alcuni argomenti di discussione ad altri nei loro sforzi di aprire gli occhi dei loro amici e parenti.
——-
Cari amici:
Nel corso della nostra discussione avete fatto le seguenti affermazioni:
  1. Gli USA necessitano di forze armate
  2. Tra i motivi per cui gli USA necessitano di forze armate vi sono regimi come quello nordcoreano
  3. Gli USA hanno il diritto di intervenire al di fuori dei propri confini in base a considerazioni a) pragmatiche e b) morali
  4. Durante la Seconda Guerra Mondiale gli USA “hanno salvato” l’Europa e quindi hanno acquisito il diritto morale di “proteggere” i propri amici ed alleati
  5. Gli Alleati (URSS-USA-GB) erano moralmente superiori ai Nazisti
  6. Gli Americani hanno portato la pace, la prosperità e la libertà in Europa.
  7. Sì, sono stati fatti degli errori, ma questa non è certo una ragione per rinunciare al diritto di intervento
Credo che sia possibile dimostrare la falsità di tutte queste tesi, la loro fallacia in quanto basate su assunti profondamente errati e che possano essere tutte smentite dal buon senso e da fatti non contestabili.
Ma per prima cosa, lasciatemi affrontare il tema dell’aforisma delfico “conosci te stesso” in quanto centrale, credo, per la nostra discussione. Con tutte le nostre differenze, io penso che ci sia un certo numero di cose su cui sarete d’accordo nel considerarle come assiomaticamente vere, compresa quella per cui tedeschi, russi, americani e altri sono grosso modo di uguale intelligenza. Sono anche all’incirca ugualmente capaci di pensiero critico, approfondimenti personali e istruzione. Giusto? Eppure, concorderete che durante il regime nazista in Germania, i tedeschi sono stati indottrinati da una propaganda molto efficiente e che i russi in Unione Sovietica sono stati sottoposti ad una propaganda altrettanto efficiente da parte delle loro istituzioni. Giusto? Avete qualche motivo per supporre che noi siamo in qualche modo più intelligenti o migliori di quei tedeschi e di quei russi che hanno così bene aderito alla propaganda e che, se fossimo stati al loro posto, avremmo visto immediatamente la verità attraverso le bugie che venivano loro raccontate?
È inoltre innegabile che la storia della Seconda Guerra Mondiale è stata scritta dai vincitori. Questo è vero per tutte le guerre – i regimi sconfitti non hanno la possibilità di raccontare liberamente la propria versione della storia. Avessero vinto i nazisti la Seconda Guerra Mondiale, ci troveremmo davanti ad una narrazione di ciò che è avvenuto, drasticamente differente. Punto fondamentale, se i nazisti avessero vinto la Seconda Guerra Mondiale, non c’è assolutamente alcuna ragione per credere che il popolo tedesco avrebbe dimostrato chissà quanto scetticismo riguardo alla versione della storia presentata nelle scuole. Non solo, ma immagino che la maggior parte dei tedeschi crederebbe di essere stata libera e che il regime sotto il quale vivevano fosse benevolo.
Avete dubbi al riguardo?
Pensate solo al numero di tedeschi che dichiararono di non avere idea di quanto fosse malvagio in realtà il regime nazista. Perfino la segretaria personale di Hitler, Traudl Junge, usò quella scusa per spiegare come avesse potuto lavorare così tanti anni con Hitler e addirittura le piacesse così tanto. C’è un modo di dire americano “Where I sit is where I stand” [letteralmente “dove sono seduto è dove mi trovo”]. Bene, posso chiedere – dove siamo seduti e siamo così sicuri di avere un’opinione indipendente non definita da dove siamo seduti (geograficamente, politicamente, socialmente e perfino professionalmente)?
Si potrebbe domandare riguardo a tutte le vittime del regime nazista, sarebbero state in grado di presentare le loro testimonianze al popolo tedesco e a quelli come Traudl Junge? Certo che no: i morti non parlano molto, e i loro assassini raramente lo fanno (per paura di fare la stessa fine). Oh certo, ci sarebbero tutti i vari dissidenti ed attivisti politici che saprebbero la verità, ma il consenso “mainstream” in una Germania nazista vittoriosa sarebbe stato che Hitler e i nazisti hanno liberato l’Europa dalle orde giudeo-bolsceviche e dai capitalisti anglo-massonici.
Questo non vale solo per la Germania, in ogni caso. Se si prende la popolazione russa di oggi, è composta da molti più discendenti da esecutori di condanne che da condannati, e questa non è certo una sorpresa, dato che i morti non si riproducono. Ne viene, che la moderna storiografia russa è pesantemente inclinata verso lo sbianchettamento dei crimini e delle atrocità sovietiche. Entro un certo limite, ciò è un bene, perché fa da contraltare a decenni di propaganda statunitense anti-sovietica, ma spesso si spinge troppo oltre e finisce per minimizzare l’effettivo costo umano dell’esperimento bolscevico in Russia.
Dunque in che modo gli USA possono essere confrontati con Germania e Russia in questo contesto?
La maggior parte degli americani credono alla versione della storia presentata dal loro “mainstream”. Perché? Quanto la loro situazione obiettivamente è differente da quella dei tedeschi in un Terzo Reich vittorioso? La nostra narrazione moderna della Seconda Guerra Mondiale è anch’essa stata scritta dai vincitori, vincitori che avevano un reale motivo di demonizzare tutte le altre parti (nazisti e sovietici) mentre ci presentavano la storia di un’eroica liberazione. Ed ecco la domanda che dovrebbe veramente non farci dormire la notte: come sarebbe se fossimo nati non russi o ebrei dopo una sconfitta dei nazisti, ma tedeschi dopo una sconfitta degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale? Saremmo stati in grado di dimostrare abbastanza scetticismo e coraggio di dubitare dei miti con cui siamo stati cresciuti? O saremmo anche noi degli arcipiùbenpensanti piccoli nazisti, tutti contenti di aver sconfitto le malvagie orde giudeo-bolsceviche e i capitalisti anglo-massonici?
Oh certo, Hitler considerava gli ebrei dei parassiti che dovevano essere esiliati e, in seguito, sterminati, e vedeva i russi come subumani che dovevano essere messi a lavorare per la Razza Padrona Germanica, e la cui intellighenzia doveva anch’essa essere sterminata. Non c’è da meravigliarsi che noi, ebrei e russi, non prestiamo particolare attenzione a questo genere di idee razziste genocide. Ma di sicuro possiamo essere umani prima di essere ebrei e russi, e possiamo accettare che ciò che è male per noi non è necessariamente male per altri. Certo, Hitler portava cattive nuove per ebrei e russi, ma era così male per i tedeschi “puri” (Tedeschi Ariani)? Fatto ancora più rilevante, se noi fossimo nati tedeschi “puri”, ci saremmo preoccupati molto degli ebrei e dei russi? Io certo, spero di sì, ma ho i miei dubbi. Non ricordo nessuno di noi spargere tante lacrime per i Nativi Americani che hanno subito un poli-genocidio (una parola coniata da me per un fenomeno unico nella storia: il genocidio di tutte le etnie di un intero continente!)! Oserei dire che noi siamo molto più propensi a lamentarci per l’”Olocausto” o lo “Stalinismo”, anche se nessuno dei due ci ha coinvolto personalmente, (solo le nostre famiglie ed etnie) piuttosto che per il poli-genocidio dei Nativi Americani. Dubito fortemente che le nostre priorità di lamento sarebbero state le stesse se la nostra etnia fosse stata Lakota o Comanche. Di nuovo, spero di sbagliarmi. Ma non ne sono così sicuro.
In ogni caso, il mio punto è il seguente:
Siamo programmati per essere creduloni e accettare acriticamente tutte le demonizzazioni dei nazisti e dei sovietici perché noi siamo ebrei e russi Bianchi. Attenzione qui, io NON sto dicendo che i nazisti e i sovietici non fossero malvagi – lo erano senza ombra di dubbio – ma quello che sto dicendo è che noi, ebrei e russi, siamo molto più disposti ad accettare ed avallare qualunque versione della storia che ritrae i nazisti e i sovietici come un genere di popolazioni eccezionalmente malvagia e che, al contrario, noi quasi istintivamente rigettiamo qualunque nozione che “la nostra” parte (in questo caso intendo per *vostra* parte, quella americana, visto che voi, diversamente da me, vi considerate americani) fosse altrettanto cattiva (solo perché la vostra parte non ha mai assassinato ebrei e russi). Dunque diamo un’occhiata per pochi minuti a questa “nostra/vostra parte”.
Nel momento in cui gli USA sono entrati nella Seconda Guerra Mondiale, avevano già commesso il peggior crimine della storia umana, il poli-genocidio di un intero continente, seguito dall’annessione completamente illegale e brutale delle terre rubate ai Nativi Americani. Hitler ne sarebbe stato veramente orgoglioso. Ma non finisce qui, gli invasori anglo sono passati ad un’altra guerra d’annessione, anche questa illegale e brutale contro il Messico, al quale hanno rubato un enorme territorio che comprende il Texas attuale, la California, il Nevada, lo Utah, l’Arizona e il New Mexico! Sì, tutta questa terra è stata occupata illegalmente e rubata dalla vostra parte non una volta, ma DUE! E serve che io menzioni  gli orrori della schiavitù da aggiungere alla “moralità” della vostra parte nel momento in cui gli Stati Uniti sono entrati in guerra? È proprio lì che io penso che ci siano prove più che sufficienti che la vostra parte fosse moralmente peggiore sia dei nazisti che dei sovietici. L’intera storia degli USA è fatta di infinita violenza, saccheggio, ipocrisia, sfruttamento, oppressione e guerre. Infinite guerre d’aggressione. Nessuna di esse difensiva, per quanto ci si sforzi con l’immaginazione. Caso piuttosto unico nella storia umana. Riuscite a pensare ad un regime più cattivo e assetato di sangue? Io no.
Devo anche menzionare le atrocità britanniche, per iniziare dalle Guerre dell’Oppio, l’invenzione dei campi di concentramento, la creazione dell’Apartheid, gli orrori dell’occupazione dell’Irlanda, ecc. ecc. ecc. ?
Lo so che mi direte che sì, tutto questo è stato orribile, ma non muta il fatto che nella Seconda Guerra Mondiale gli USA “hanno salvato l’Europa”. Ma è andata veramente così?
Per dimostrare la mia posizione, ho messo assieme un file PDF separato che elenca 5 fonti, 3 in inglese, 2 in russo. Potete scaricarlo qui:
Ho tradotto gli estratti più importanti delle fonti russe e ve li presento assieme a quelli delle fonti inglesi. Per favore date un’occhiata a questo PDF, se potete, per favore leggete per intero gli articoli che cito. Ho evidenziato in grassetto rosso le conclusioni chiave di queste fonti. Noterete che ci sono alcune variazioni nelle cifre, ma le conclusioni sono, penso, innegabili. Gli archivi storici mostrano che:
  1. All’Unione Sovietica si può accreditare all’incirca l’80% della distruzione della macchina militare nazista.  Le forze USA-GB combinate possono prendersi il merito di non più del 20% dello sforzo bellico alleato.
  2. L’ordine di grandezza e l’ambito delle battaglie sul Fronte Orientale, fa sembrare dei nani in paragone le più grandi battaglie del Fronte Occidentale. Le battaglie all’Ovest coinvolgevano divisioni e brigate, nell’Est intere armate e gruppi di armate. C’è per lo meno un ordine di grandezza di differenza.
  3. Gli USA sono entrati in guerra un anno dopo Stalingrado e la battaglia di Kursk, quando era assolutamente chiaro che i nazisti avrebbero perso la guerra.
La verità è che gli Americani sono entrati in guerra solo quando fu chiaro che i nazisti sarebbero stati sconfitti, e il loro reale motivo non fu la “liberazione dell’Europa oppressa” ma impedire ai sovietici di occupare tutta l’Europa. Agli Americani non è mai importato nulla dei massacri di ebrei o russi, tutto quello che a loro interessava era un massiccio accaparramento territoriale (ancora una volta).
[Nota a margine: in ogni caso, per evitare che pensiate che io affermi che solo gli Americani agiscono in questo modo, ecco un altro insieme interessante di date:
Bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki: 6 e 9 agosto, 1945
Offensiva strategica sovietica in Manciuria: 9-20 agosto, 1945
Possiamo vedere chiaramente all’opera lo stesso schema: i sovietici hanno atteso che fosse assolutamente sicuro che gli USA avevano sconfitto l’impero giapponese, prima di attaccarlo essi stessi. È anche degno di nota il fatto che ci sono voluti solo 10 giorni ai sovietici per sconfiggere l’intera Armata del Kwantung, l’Armata più prestigiosa dell’Impero Giapponese con oltre un milione di soldati ben addestrati e ben equipaggiati! Questo dovrebbe dirvi qualcosina riguardo al genere di macchina militare che l’Unione Sovietica aveva sviluppato nel corso della guerra contro la Germania nazista (si veda qui [in inglese] per un superbo studio americano su questa operazione militare)]
Gli Americani hanno portato pace e prosperità in Europa occidentale?
In Europa occidentale, entro un certo limite sì, e questo perché per loro è stato facile: hanno finito la guerra quasi “intatti”, il loro territorio (rubato) non ha sofferto gli orrori della guerra, e quindi, sì, hanno potuto portare burro d’arachidi, sigarette ed altri beni materiali. Si sono assicurati anche che l’Europa Occidentale diventasse un immenso mercato per i beni e i servizi statunitensi, e che le risorse europee sarebbero state a disposizione dell’Impero USA, in special modo contro l’Unione Sovietica. E come l’hanno finanziata questa “generosità”? Derubando il cosiddetto Terzo Mondo, questo è tutto. C’è da esserne orgogliosi? Non aveva forse Lenin avvertito già nel 1917 che “l’imperialismo è lo stadio culminante del capitalismo”? La ricchezza dell’Europa Occidentale è stata costruita sulla abietta povertà di milioni di africani, asiatici e latinoamericani .
Ma cosa ne sarà del futuro dell’Europa e del popolo europeo?
C’è un certo numero di cose su cui gli Anglo e Stalin si sono messi d’accordo alla fine della Seconda Guerra Mondiale: le quattro D: de-nazificazione, disarmo, demilitarizzazione, e democratizzazione di una Germania unita, oltre che le riparazioni per ricostruire l’URSS. Sì, Stalin voleva una Germania unita e neutrale. Non appena è finita la guerra, gli Anglo hanno rinnegato tutte queste promesse: hanno creato una Germania Ovest fortemente militarizzata, hanno immediatamente reclutato migliaia di ufficiali superiori nazisti per i loro servizi di intelligence, i loro programmi missilistici e per sovvertire l’Unione Sovietica. Peggio, hanno immediatamente sviluppato piani per attaccare l’Unione Sovietica. Proprio alla fine della Seconda Guerra Mondiale, le potenze anglo avevano almeno TRE piani per iniziare una guerra contro l’URSS: Operation DropshotPlan Totality and Operation Unthinkable [tutti in inglese]. Eccovi alcuni promemoria di base da Wikipedia riguardo al genere di operazioni di cui si parla:
Operation Dropshot: comprendeva profili di missione secondo cui si sarebbe fatto uso di 300 bombe nucleari e 29.000 bombe ad alto potenziale su 200 obiettivi in 100 grandi e medie città per spazzare via l’85% del potenziale industriale dell’Unione Sovietica con un unico colpo. Tra 75 e 100 delle 300 armi nucleari avevano lo scopo di distruggere al suolo l’aeronautica da combattimento sovietica.
Plan Totality: identificava 20 città sovietiche come destinate all’obliterazione al primo attacco: Mosca, Gorki, Kujbyšev, Sverdlovs’k, Novosibirsk, Omsk, Saratov, Kazan, Leningrado, Baku, Tashkent, Čeljabinsk, Nižnij Tagil, Magnitogorsk, Molotov, Tbilisi, Stalinsk, Grozny, Irkutsk, e Jaroslavl’.
Operation Unthinkable: presumeva un attacco a sorpresa da parte di 47 divisioni britanniche e americane nell’area di Dresda, nel mezzo delle linee sovietiche. Questo rappresentava quasi la metà delle 100 divisioni (circa due milioni e mezzo di uomini) all’epoca a disposizione dei quartier generali britannico, americano e canadese. (…) La maggior parte delle operazioni d’attacco sarebbe stata svolta dalle forze americane e britanniche, oltre che formazioni polacche e fino a  100.000 soldati tedeschi della Wehrmacht.
[Eravate a conoscenza di questi fatti? Se no, ve lo siete chiesti il perché?]
Non me le sto inventando queste cose, potete cercarle da voi stessi su Wikipedia o altrove. Questa è l’idea degli Anglo di come si tratta con gli “alleati” russi: si pugnalano alla schiena con un attacco nucleare a sorpresa, se ne oblitera la maggior parte delle città e gli si lancia contro la Wehrmacht nazista.
Non mi addentro nella creazione della NATO (precedente a quella del Patto di Varsavia che venne creato per risposta) o piccoli crimini come gli attacchi terroristici sotto falsa bandiera (Operazione Gladio[in inglese, qui in italiano].
[Avete mai sentito parlare di Operazione Gladio o della “strage di Bologna”, la bomba alla stazione ferroviaria di Bologna piazzata dalle formazioni terroristiche segrete della NATO, un attacco terrorista sotto falsa bandiera (85 morti, oltre 200 feriti) concepita per screditare il Partito Comunista Italiano? Se non ne avete sentito parlare – adesso non ve lo chiedete come mai?]
La triste realtà è che l’intervento statunitense in Europa è stato semplicemente un accaparramento territoriale, che la Guerra Fredda è stata una creazione anglo, come lo è stata la partizione dell’Europa, e che dalla Seconda Guerra Mondiale gli USA hanno trattato l’Europa come una colonia da cui combattere la minaccia “Comunista” (cioè, la Russia).
Ma, diciamo pure che io sono completamente in errore. Per amor di discussione. Facciamo finta che gli americani dal buon cuore siano venuti in Europa per liberare il suo popolo. Hanno eroicamente sconfitto Hitler e portato in Europa (occidentale) pace, prosperità, libertà, felicità, ecc. ecc. ecc..
Questa buona azione dà forse agli USA l’autorizzazione per futuri interventi? Avete menzionato la Seconda Guerra Mondiale sia come un esempio, sia come una giustificazione alla necessità che gli USA mantengano forze armate grandi abbastanza per contrastare regimi come quello nordcoreano, giusto? Quindi permettetemi di chiedervelo di nuovo,
Il fatto che gli USA altruisticamente, benevolmente ed eroicamente hanno liberato l’Europa dai nazisti e dai sovietici, consegna loro la legittimazione morale per altri successivi interventi militari statunitensi contro altri regimi/stati ripugnanti, aggressivi o malvagi?
Se rispondete “no” – allora perché ne avete parlato come di una giustificazione?
Se rispondete “sì” – allora perdonatemi per essere così ottuso e chiedervi per quanto tempo questa “autorizzazione all’intervento militare” continua ad essere valida? Un anno? Cinque? Forse dieci o addirittura settanta? O forse questa autorizzazione conferisce questo diritto morale agli USA per sempre, ad aeternum? Seriamente, se gli USA hanno liberato l’Europa e vi hanno portato pace e prosperità, dobbiamo quindi dare per scontato che ciò sarà vero per sempre e in ogni luogo?
Voglio chiedervi inoltre questo: ammettiamo, per amor di discussione che la licenza morale dovuta alla partecipazione degli Stati Uniti alla guerra in Europa valga davvero per sempre. Diamolo come assunto, d’accordo? Lasciate però che vi chieda: può essere revocata (moralmente, concettualmente)? Diciamo che gli USA hanno fatto qualcosa che è assolutamente meraviglioso in Europa. Vorrei sapere cosa ne pensate dei successivi orrori nel Sudest asiatico, in America Latina o in Medio oriente. Quanti “non Europei occidentali” assassinati, storpi, imprigionati, terrorizzati, bombardati, e in generale vittime di genocidio ci vogliono per bilanciare i (forse) “felicemente liberati” Europei che, secondo voi, forniscono agli USA la licenza per intervenire? Perfino se gli Stati Uniti in Europa fossero stati assolutamente nobili e puri, davvero i successivi settant’anni di efferati omicidi di massa in tutto il mondo non contano proprio nulla, o si arriverà ad un punto in cui “adesso basta” e la licenza potrà essere revocata, dal punto di vista morale, da gente proprio come noi, come voi?
Posso farvi notare che le vostre parole spese in difesa di una supposta necessità per gli USA di mantenere forze armate in grado di effettuare operazioni oltremare lascia fortemente pensare che voi crediate che gli USA hanno un diritto morale (se non un dovere!) di condurre tali operazioni, il che significa che la lista di atrocità post Seconda Guerra Mondiale degli USA non è, a vostro parere, sufficiente a stimolarvi una reazione del tipo “adesso basta”. Siete sicuri di sentirvi a vostro agio in questa posizione?
In teoria potrebbe esserci un altro motivo per revocare una licenza morale di questo genere. Dopo tutto, uno può avere il diritto morale di fare qualcosa, ma non necessariamente le capacità per farla.  Se vedo qualcuno che affoga in un’alluvione, di sicuro ho il diritto morale di tuffarmi in acqua per provare a salvare questa persona, no? Ma questo non vuol dire che ho la forza o le abilità necessarie a farlo. Giusto? Dunque quando dite che gli USA devono mantenere forze armate in grado di proteggere amici ed alleati da regimi canaglia e pericolosi come quello in Corea del Nord, l’implicazione è che oltre ad avere il diritto di estendere tale protezione, gli USA hanno anche le capacità e la competenza per farlo?
Davvero?
E posso chiedervi quali prove avete per affermarlo?!
Vi ho chiesto di nominarmi un solo intervento militare statunitense coronato dal successo dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, e non siete stati in grado di dirmene uno. Bene! Io sono d’accordo con voi. La verità è che ogni singola operazione militare statunitense dopo la Seconda Guerra Mondiale ha finito per essere un disastro a livello umanitario, o politico e militare (e spesso a tutti i livelli). Perfino Grenada è stata un fallimento (militare) totale!  Inoltre, lo vedete chi c’è adesso alla Casa Bianca? Volete veramente che The Donald in carica protegga “i nostri amici e alleati”, e vi fidate che lui abbia le abilità necessarie a svolgere questo compito con competenza? O Hillary per quello che conta? Perfino Sanders ha in archivio la difesa di operazioni militari catastrofiche, come l’invasione israeliana del Libano nel 2006 che, come avrete indovinato (o no), è finita con una pesante sconfitta per gli Israeliani e indicibili orrori per i civili in Libano. Ma lasciamo stare il Presidente, diamo un’occhiata ai generali statunitensi – vi ispirano a credere che essi siano il tipo di persone di cui ci si può affidare affinché eseguano abilmente un intervento militare ispirato da motivi etici e morali?! E cosa ne pensiamo del Congresso? Vi fidate di loro? Dunque dove li vedete tutti questi onesti e competenti “salvatori degli altri” nella scena politica statunitense?
Avete notato che non c’era nessuno Stato Islamico in Iraq prima dell’invasione statunitense? O vi siete accorti che dal momento in cui gli Stati Uniti hanno dichiarato guerra all’ISIS, questo è diventato sempre più forte e ha preso il controllo di altri stati. Sì, naturalmente, una volta che i Russi sono entrati in gioco, l’ISIS ha iniziato a subire una sconfitta dopo l’altra, ma tutto quello che gli americani avevano da dire riguardo all’intervento russo è stato denunciarlo e prevederne il fallimento. Quindi, come mai i Russi sono così bravi a combattere contro l’ISIS e gli americani e i loro alleati, così scarsi? Volete veramente che siano gli americani ad incaricarsi della sicurezza mondiale con risultati di questo genere in archivio?!
Non è pazzia ripetere in continuazione le stesse cose ed aspettarsi risultati differenti?
Adesso ho nelle orecchie la risposta che mi avete dato questo punto. Avete detto “sì, sono stati fatti degli errori”.
Errori?!
Non penso che milioni di persone assassinate, tra cui centinaia di migliaia di bambini siano “errori” (come reagireste se qualcuno tentasse di vendervi la tesi secondo cui Hitler e Stalin hanno fatto degli “errori”?).
Ma c’è qualcosa di ancora più insidioso in questa nozione di “errori”.
Come definireste voi il “successo”?
Ammettiamo che le forze armate statunitensi fossero capaci non solo ad ammazzare gente (lo sono), ma anche di vincere le guerre (non lo sono). Supponiamo che gli USA avessero avuto successo non solo nell’invasione di Iraq e Afghanistan, ma anche nella completa pacificazione di questi stati. Diciamo che le insurrezioni in Iraq ed Afghanistan fossero state sconfitte, che la loro economia fosse in crescita, e che si instaurassero dei regimi democratici: capitalismo ovunque, 100 canali in ogni TV, Mc Donalds in tutti i villaggi afghani, sfilate del gay pride al centro di Kabul, toilette unisex in ogni moschea, elezioni ogni 4 anni all’incirca e neanche un colpo sparato, non una sola bomba esplosa? Questo sarebbe un “successo”?
Io prego Dio e spero con tutto il mio cuore che la vostra risposta a questa domanda sia un sonoro “no!!”. Perché se voi rispondeste “sì” allora siete veramente degli imperialisti genocidi messianici. Sì, dico proprio questo. Perché? Perché la vostra nozione di “successo” è la morte spirituale, psicologica e culturale di un’antica civiltà e questo vi rende, quasi letteralmente, un nemico mortale dell’intera umanità. Non posso neanche immaginare un tale orrore. Dunque io sono sicuro che voi rispondiate “no!!” come farebbe qualunque essere umano con un minimo di dignità, giusto?
Ma allora cosa è un “successo”? Voi chiaramente non intendete per successo quello definito dai vostri governanti (essi sosterrebbero entusiasticamente un tal risultato; infatti – addirittura continuano a prometterlo ogni volta, ancora e ancora!). Ma la loro idea di “successo” non è la vostra, e se voi non volete mai che qualunque altra nazione, popolo o etnia diventi mai la vittima di un intervento militare così “riuscito”, perché volete ancora che i vostri governanti con la loro satanica nozione di “successo” abbiano i mezzi per “riuscire” in futuro? E questo, nonostante il fatto che gli archivi storici dimostrino che essi non riescono ad ottenere, neanche il loro tipo di “successo”, figuriamoci il vostro?!
Avete notato che in nessun punto nelle mie argomentazioni qua sopra ho menzionato il fatto che gli USA non hanno mai chiesto al popolo (in opposizione alle élite dei compradore locali) se volesse essere salvato dallo zio Sam o no? Né hanno mai chiesto al popolo Americano se volesse andare in guerra, da cui tutte le famose false flag, da “ricordiamoci del Maine” all’affondamento del RMS Lusitania, a Pearl Harbor all’”incidente del Golfo del Tonchino”, all’11 settembre: tutte le volte si è dovuta architettare una bugia per convincere il popolo americano che doveva andare in guerra. È davvero questo il potere del popolo? È questa la democrazia?!
Ci sono persone là fuori, quali che siano, veramente a favore degli interventi militari statunitensi? Sì, suppongo che ce ne siano. Come gli Albanesi del Kosovo. Sospetto che i Tagichi e gli Hazara afghani fossero piuttosto contenti di vedere i Talebani fatti a pezzi dalle bombe. Quindi ci possono essere dei casi. Oh, e mi dimentico dei nostri amici baltici e ucraini (ma a suo tempo, loro erano felici anche quando sono arrivati i nazisti, non sono certo un buon esempio). Ma si può dire con una certa sicurezza che in realtà nessuno voglia essere liberato dallo zio Sam, da cui l’uso mondiale dello slogan “Yankee go home” .
Questa lettera è già sin troppo lunga, rinuncio quindi a elencare tutte le ragioni per cui gli USA sono piuttosto odiati in tutto il pianeta, non dalle élite governative, ovviamente, ma dalla gente della strada. E quando dico “gli USA” non intendo Paul Newman, Mark Twain, Miles Davis, Quentin Tarantino, James Taylor o il Bill of Rights, o quel paese meraviglioso chiamato “gli USA”. Ma il regime, non uno specifico governo o amministrazione a Washington, il regime è ciò che è veramente universalmente odiato. Non ho mai visto nessun genere di anti-americanismo diretto contro il popolo americano da nessuna parte, neanche in Francia, in Grecia o in America Latina. Ma al momento, l’odio per l’Impero è quasi universale. Solo le élite politiche il cui status, potere e benessere sono dipendenti dall’Impero, in effetti sostengono l’Impero e ciò che rappresenta. Tutti gli altri disprezzano quello che gli USA rappresentano oggi. E ogni intervento militare peggiora questa situazione.
E voi volete assicurarvi che tutto ciò continui? Davvero?
Proprio in questo momento gli Stati Uniti stanno disperatamente cercando di salvare al-Qaeda (altresì nota come IS, ISIS, Daesh, al-Nusra, ecc.) dalla sconfitta in Siria. Com’è possibile questo per una posizione morale come quella dell’11 settembre (questo se voi accettate la narrazione ufficiale sull’11 settembre; se voi convenite che l’11 settembre sia stata una demolizione controllata in cui dei burattini di al Qaeda sono stati usati per stendere una cortina fumogena, allora tutto ciò in ogni caso ha senso).
Comunque – chi sono gli alleati che gli Stati Uniti sono così impegnati ad aiutare ora?
  • Il regime whabita in Arabia Saudita
  • Il regime nazista in Ucraina e
  • L’ultimo regime ufficialmente razzista del pianeta in Israele.
Sul serio vi sentite spinti a dare il vostro sostegno a questi alleati?!
E cosa ci sta guadagnando da questo il popolo americano? Niente che non sia povertà, oppressione, vergogna, odio, paura ed una indicibile sofferenza psicologica e morale.
Questi sono i frutti dell’Impero. Ogni Impero. Sempre.
Avete menzionato il fatto che tutte le volte che vedete un veterano lo ringraziate per il suo servizio. Perché? Credete davvero che abbia combattuto in una guerra giusta, che il suo servizio sia qualcosa di cui può essere orgoglioso? Ha combattuto per la sua gente? Ha difeso l’innocente? O è stato un occupante in terra straniera e, se è stato in combattimento, non ha ucciso gente che difendeva la propria terra, le proprie famiglie e il proprio modo di vivere? Per cosa esattamente ringraziate quel veterano? Per aver eseguito gli ordini? Ma questo non è ciò che i processi di Norimberga hanno specificamente condannato come immorale e illegale?
Ricordate che mi avete detto che il marito di xxxxx, nei Marines, viveva in una bella casa e che tutti i loro bisogni materiali soddisfatti? Avevate aggiunto “confrontalo coi militari russi”. Beh, voi chiaramente non siete a conoscenza di come vivono i soldati russi oggi, sotto il vostro odiato Putin, ma questo va oltre il punto. La domanda che volevo farvi in quel momento e che vi faccio adesso è questa: lo stile di vita confortevole garantito agli US Marines è una ragione sufficiente per essere un Marine – il che significa essere parte della prima forza inviata ad uccidere persone innocenti e invadere paesi? Ma avete idea di quello che i Marines hanno fatto a Fallujah recentemente? Qual è il prezzo di un’anima? E credete davvero che essere un killer stipendiato dell’Impero sia una vita onorevole? E se pensaste che sto esagerando, per favore leggete il famoso saggio “War is a Racket” [La Guerra è una Racket, in inglese] del Brigadier Generale dei Marines Smedley Butler, che ha avuto il grado più alto che un Marine potesse raggiungere ai suoi tempi e che è stato il Marine più decorato della storia. Se la guerra è un racket, ciò non rende forse i Marines dei trafficanti professionisti, teppisti a pagamento che lavorano agli ordini dei mafiosi al potere? Chiedetevi questo: quale sarebbe grosso modo la controparte equivalente degli US Marines nella Germania nazista o nella Russia sovietica? Per aiutarvi a rispondere, permettetemi di offrirvi una breve citazione dalla voce di Wikipedia sul Corpo dei Marines  [in inglese]: (grassetto aggiunto)
Il Corpo dei Marines venne fondato per servire come fanteria a bordo delle navi, ed era responsabile della sicurezza della nave e del suo equipaggio effettuando operazioni di combattimento offensive e difensive durante le azioni di abbordaggio, e di difendere gli ufficiali della nave negli ammutinamenti; per quest’ultimo scopo, i loro alloggi sulla nave venivano spesso posizionati strategicamente tra quelli degli ufficiali e il resto della nave.
Vi aiuta questo ad individuare le loro controparti naziste o sovietiche?
Fra tutte le persone, non siamo noi ebrei e russi, quelli che dovremmo riconoscere e rifiutare categoricamente le trappole dell’Impero e le razionalizzazioni usate per giustificare il servizio sottomesso agli Imperi?
Io credo che la storia mostri oltre ogni dubbio che tutti gli Imperi sono malvagi, intrinsecamente ed essenzialmente malvagi. Pertanto essi sono ugualmente maligni. Devo spiegarvi perché?
Lo sapete quale crimine è considerato il peggiore, il supremo, il più malvagio dal diritto internazionale? Non è il genocidio, o i crimini contro l’umanità. No, il peggiore dei crimini è quello di aggressione (il che comunque rende ogni singolo Presidente degli Stati Uniti un criminale di guerra secondo il diritto internazionale, pensateci!).  Nelle parole del capo procuratore americano a Norimberga, Robert H. Jackson [in inglese], il crimine di aggressione è il peggiore tra tutti perché “contiene in sé il cumulo dei mali” di tutti gli altri crimini di guerra. Bene, per parafrasare Jackson, l’imperialismo contiene in sé il cumulo di tutti i mali di tutti gli imperi. Guantanamo, Hiroshima, Fallujah, Abu Ghraib, Gladio e tutto il resto, “fanno parte del territorio”, non sono eccezioni, sono la regola.
La cosa migliore che potrebbe succedere a questo paese e al suo popolo è il crollo del suo Impero. Il sostegno, anche se tacito e passivo, di questo Impero da parte di persone come voi ritarda questo esito e permette a questo abominio di portare ancora più miseria e dolore su milioni di persone innocenti, tra cui milioni di vostri concittadini americani. Quest’Impero adesso minaccia il mio paese, la Russia, di guerra e forse di guerra nucleare, e questo a sua volta significa che questo Impero minaccia la sopravvivenza della specie umana. Che l’Impero Statunitense sia il più malvagio della storia o meno, è discutibile, ma il fatto che sia di gran lunga il più pericoloso non lo è. Non è questa una ragione sufficiente per voi di dire “basta”?  Cosa ci vuole ancora per farvi cambiare schieramento e aggiungervi al resto dell’umanità in quella che è una lotta per la sopravvivenza della nostra specie? O vi ci vorrà un inverno nucleare per aprirvi gli occhi alla vera natura dell’Impero che state apparentemente sostenendo contro ogni evidenza?

The Saker
Fonte: http://sakeritalia.it
Link: http://sakeritalia.it/america-del-nord/lettera-ai-miei-amici-americani/
20.09.2017

Articolo pubblicato su TheSaker.is il 16 settembre 2017
Traduzione in italiano a cura di Mario B. per Sakeritalia.it